SOCIETA

Secondo operaio schiacciato in due giorni

NEL PARMENSE
MASSIMO FRANCHIITALIA/CHIOZZOLA DI SORBOLO (PARMA)

È successo giovedì sera, a poche ore dalla morte di Maurizio Gritti nella bassa bergamasca. La notizia è però stata resa pubblica dai sindacati ieri mattina. La dinamica però è la stessa: morire schiacciati al lavoro. Una lastra in un cantiere edile, un carico in una fabbrica della bassa emiliana.
Quattordici quintali di mangime per animale improvvisamente sono finiti su Andrea Recchia, operaio di uno stabilimento di produzione mangimi di Chiozzola di Sorbolo, comune alle porte di Parma. Li hanno intrappolato gambe, tronco e parte del volto. Sotto quel peso ha subito perso conoscenza e il suo cuore si è fermato.È morto così, giovedì sera intorno alle 21.30, Andrea, operaio di 37 anni originario di Montalbano Jonico.
Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, ora al vaglio degli inquirenti, Andrea Recchia stava movimentando alcuni sacchi quando con il suo muletto ne avrebbe inavvertitamente lacerato uno. A quel punto sarebbe stato travolto dal mangime che è fuoriuscito con violenza dal sacco e che lo avrebbe investito in pieno senza lasciargli scampo. Gli avrebbe schiacciato in particolare il torace e bloccato ogni possibilità di respirare.
I soccorsi dei colleghi sono stati immediati, poi hanno tentato di rianimarlo i medici del 118. A lungo sull’uomo si è cercato di far riprendere il battito cardiaco, tentativi purtroppo vani: l’operaio non si è più ripreso. Insieme ai soccorsi sul posto sono arrivati i carabinieri e gli addetti della medicina del lavoro.
Lo stabilimento è stato messo sotto sequestro e la Procura di Parma ha aperto un fascicolo di indagine. La salma del 37enne sarà sottoposta ad autopsia. Andrea Recchia era arrivato a Parma con la fidanzata dopo essere stato assunto dall’azienda di mangimi sorbolese.
«Si tratta del terzo incidente mortale sul lavoro in meno di tre giorni. In attesa di conoscere la dinamica non possiamo non denunciare lo stillicidio quotidiano. Li chiamano incidenti, ma non vi è nulla di accidentale, vi è semmai la mancanza di controlli, il non rispetto delle norme e leggi vigenti, poca attenzione a prevenzione e sicurezza», dichiarano i segretari Flai Cgil nazionale Sara Palazzoli e Andrea Gambillara.
«La sicurezza sul lavoro deve diventare una grande vertenza nazionale. Dobbiamo fermare questa strage silenziosa che porta via ogni anno più di 1.200 persone», ha detto il segretario generale Cisl Luigi Sbarra, che a istituzioni e imprese chiede «impegni e investimenti coerenti».
Ieri intanto a Varese sciopero di due ore in tutte le aziende metalmeccaniche dopo la morte di Christian Martinelli a Busto Arsizio martedì. Fim Fiom e Uilm hanno incontrato il prefetto di Varese ricordandogli che nel 2018-9 avevano coinvolto oltre 6mila lavoratori in un’indagine sulla sicurezza sul lavoro. Quasi il 40% dichiarava di «non lavorare sempre in sicurezza». Più ispezioni nei luoghi di lavoro, maggior controllo dei ritmi e più formazione venivano indicati come esigenze nel questionario dei lavoratori.
(m. fr.)

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