SOCIETA

Pfizer e Moderna, richiami da spostare a 42 giorni

ADRIANA POLLICEITALIA

Un quarto degli italiani (15.191.302 persone) ieri pomeriggio erano nell’elenco dei vaccinati contro il Covid, in 6.580.520 hanno completato il ciclo. «Niente fiale in frigo» è l’imperativo del governo ma le resistenze ad Astrazeneca restano (a inizio settimana si contavano circa 2 milioni di dosi inutilizzate), nonostante si discuta di nuovo di estenderne l’uso a tutte le fasce d’età. La ministra degli Affari regionali Gelmini ieri assicurava: «Nel giro di due settimane completeremo le categorie fragili». A fine maggio dovrebbe partire la vaccinazione di massa per i più giovani. Nel giro di un mese l’Ema dovrebbe dare il parere sui vaccini agli under 18. Intanto la circolare del ministero della Salute dà un’altra spinta alla strategia della prima dose al maggior numero possibile di cittadini: «È raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose dei vaccini Pfizer-Biontech e Moderna nella sesta settimana dalla prima dose».
Il testo riporta il parere del Cts del 30 aprile, spostare il richiamo a 42 giorni può aiutare a immunizzare «una quota significativa di soggetti che, per connotazioni anagrafiche o patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di Covid gravi o fatali». Inoltre aumentare l’intervallo «non inficia l’efficacia della risposta immunitaria». L’indicazione diventerà operativa appena i sistemi di prenotazione regionali verranno adeguati. E su Astrazeneca: «I soggetti che hanno ricevuto la prima dose senza sviluppare eventi di trombosi rare non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino».
Sono stati 10.385 i nuovi casi Covid ieri su 327.169 test. Il tasso di positività è salito al 3,2%. I decessi sono stati 267. Cala ancora la pressione sugli ospedali: i ricoveri ordinari sono 17.520, con un decremento di 656 unità; i pazienti in terapia intensiva sono 2.368 (meno 55). In isolamento domiciliare 387.241 persone. La regione con il maggior numero di nuovi positivi è stata la Lombardia (1.557) seguita da Campania (1.447) e Puglia (1.171).
Ieri sono arrivate alle regioni oltre 2,1 milioni di dosi Pfizer. Oggi è prevista la consegna di circa 360mila dosi di Moderna. L’Italia ha raggiunte le 500mila dosi somministrate in un giorno il 29 aprile ma tenere il ritmo è difficile. Il commissario straordinario Figliuolo ha comunque deciso, in accordo con il ministro Speranza, di riprendere le somministrazioni tra il personale scolastico e universitario, docente e non docente. Un gruppo che aveva subito lo stop proprio alla vigilia del ritorno tra i banchi per dare più spazio agli anziani. Tra le regioni restano comunque differenze: nella fascia 80-89 anni, ad esempio, si va dal 96% dei veneti che ha ricevuto la prima dose al 71,7% dei siciliani. Differenze anche tra i fragili e i caregiver: in totale, a ieri, erano 3.613.041 ad aver avuto almeno la prima dose. Il Molise è in testa con il 31,87%, la percentuale più bassa in Lazio (7,15%), Lombardia (8,29%) e Trento (7,33%).
Via libera alle isole minori Covid free. La Campania non ha aspettato l’autorizzazione (a Procida si è già finito), ieri è arrivato il disco verde per tutte le altre nella riunione con i ministri competenti. «Si procederà con le vaccinazioni di massa con il supporto di Difesa e Protezione civile – ha spiegato Figliuolo -. Il criterio di priorità sarà quello di vaccinare partendo dalle isole che hanno maggiori fragilità in termini di rischio epidemiologico e carenza di presidi sanitari». Al via domani con Capraia ed Eolie. Si potrebbe poi passare alle zone montane isolate.

a. po.

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