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Una festa quotidiana che non finisce

Domani non usciamo per il 1 maggio. Ma ci rivediamo in edicola martedì
AA. VV.ITALIA

50 anni di resistenza
Mi addolora ancora il pensiero che pur giovanissimo, con fermezza e convinzione, ho votato per la radiazione di «quelli del manifesto». Da molti anni il manifesto è l’unico punto di riferimento culturale, politico e intellettuale. Una autentica visione critica dello stato di cose presenti, una necessità averlo tutti giorni tra le mani e con penna rossa contrassegnare articoli, analisi, suggerimenti e recensioni. Il manifesto ha una funzione nutraceutica per il nostro cervello. Grazie
Marcello Vecchio, Alessandria


Dalla SOMS De Amicis
Caro manifesto, compleanni importanti, il vostro cinquantesimo e il nostro (SOMS De Amicis) 113esimo! Eppure sembra ieri la grande festa di autofinanziamento svoltasi nei nostri storici locali torinesi (ricordi, Norma?), così come sembra ieri il primo numero del vostro «quotidiano comunista», tutto scritto e tutto da leggere, e fatto per il riconoscimento reciproco.
Le parole d’ordine del Mutuo Soccorso sono partecipazione, solidarietà, uguaglianza, laicità e (dunque) antifascismo; ecco perché non possiamo che sentirvi vicini/e e compagni/e di viaggio e d'avventura, per cui vi facciamo - da una enclave nordoccidentale da anni desalvinizzata! - un mondo di auguri e complimenti, per la qualità del vostro lavoro, per la tenacia e la resistenza; in attesa della prossima festa!
Giorgio Viarengo, presidente Società di Mutuo Soccorso d'ambo i sessi E. De Amicis, Torino


E io mi abbono
Ho versato 299,00 euro per l'abbonamento tramite coupon. Grazie e di nuovo auguri!
Andrea Leoni Montegiorgio (FM)
Brindisi da Cuba
Hola compagneros, seppur distante ho brindato - con una birra, assieme al rum l'unico sfizio che posso concedermi in questa pericolosa crisi di Cuba - ai 50 anni del manifesto (il mio primo articolo data 1972, quasi ci sono).
Roberto Livi da L’Avana


Cinquant'anni (un’ottava)
Il manifesto compie cinquant'anni tutti sempre »dalla parte del torto»,
ha superato le tempeste e i danni
come Fenice è sempre risorto!
Soddisfazioni insieme a tanti affanni
tanti avversari lo volevan morto...
Battaglie vinte con nemici illustri,
camperà ancora almeno cento lustri!
Antonio Bianciardi abbonato da sempre..., Siena


50 anni
Cari compagni, ricordo sempre l’emozione nel comprare il 1° numero nell'edicola di Via Altinate a Padova. Frequentavo il 1° anno di Ingegneria e da allora vi ho sempre seguito, alcuni anni da abbonato, perché siete gli unici che pubblicano notizie da tutto il mondo, con particolare attenzione ai temi ambientali.
Buon lavoro ed altri cento anni!
Se vi resta spazio fate un giro anche a Verona, per conoscere meglio il sistema «piramidale» del destroleghismo.
Giuseppe Campagnari, Verona


Una lettura... bruciante
Sono un grande mangiatore di mele cotte: le sbuccio, le sminuzzo, le metto sul tegame, verso un bicchiere d'acqua, un cucchiaio di miele, un pizzico di cannella in polvere e aspetto che il fuoco faccia il suo mestiere. Peccato che giovedì 29 aprile abbia deciso di andare a fumarmi un sigaretta e di rimettermi a leggere l'inserto per i cinquanta anni del quotidiano. Sono stato talmente travolto dall'emozione, dalla qualità degli stimoli e dall'immedesimazione nei racconti di una storia a me materialmente aliena, che sono riuscito a rialzare gli occhi solo quando al naso è arrivato odore di bruciato. Le mele!
Si sono attaccate, niente da fare, e ne sono molto triste, ma ho letto quasi tutto l'inserto e ora, contando di finirlo, sono molto felice. Compagni cari smettete di fumare che vi si attaccano le mele e leggete il manifesto che vi si schiude la mente. Fraterni saluti a tutti.
Matteo Bartoli


Auguri
Con vera emozione ieri ho comprato il Manifesto. Subito si è aperto l'archivio della mia memoria, quando nella metà degli anni settanta, salivo le scale della redazione in Via Tomacelli, per consegnare le mie foto di cortei, manifestazioni. Era la mia gratificazione. Ora ho settantatre anni, e vi leggo sempre. La scorsa settimana ho incontrato il fotografo Tano D’Amico. All'archivio AAmod di Via Ostiense. Bella chiaccherata. Vi auguro un buon lavoro, mantenetevi sempre così. L'indipendenza costa cara, ma dà enormi soddisfazioni cinquantenarie. Cordialmente
Paolo Ferrari
P.S. Ho la maglietta dei 40 anni del Manifesto. Posso sperare nella maglietta dei mitici cinquanta anni?


Un momento buio
Caro Manifesto, questo tuo cinquantesimo cade forse in uno dei momenti più bui della nostra storia repubblicana. Dopo venti e passa anni di berlusconismo e liberismo sfrenati, del suo circo corruttivo e mediatico, veri e propri narcotici sociali, e di un decennio (quello successivo) vissuto pericolosamente sul filo di una crisi che per alcuni è stata senza ritorno, e i cui contorni ci furono annunciati da una famosa missiva, mittente l’attuale inquilino di Palazzo Chigi, la pandemia da Covid si è rivelata come acqua bollente su un corpo già fortemente ustionato. Così le diseguaglianze hanno raggiunto livelli insopportabili; il Mezzogiorno, già discarica (fisica e) sociale d’Italia, si «voca» definitivamente a terra di emigrazione; il lavoro già precario e malpagato, si fa ancora più evanescente (e, perdonate, di merda!), come il salario, i diritti e le tutele un tempo posti a protezione di chi lo presta; e il territorio del Belpaese, martoriato da lustri e lustri di incuria e interessi malavitosi, costretto, come un corpo prostrato e violato, ad assorbire ancora «Grandi», quanto stupide e insensate, opere, in vista di una improbabile transizione ecologica. Annunciata da una classe politica oramai suicidante, che si inchina (meglio, si aggrappa), in un ultimo disperato e grottesco gesto, all’uomo-sistema che la farà risorgere dalle ceneri...
Questo e tanto, tanto altro ancora, rende prezioso il tuo racconto quotidiano, caro manifesto. Nella speranza, persino scontata, che nei prossimi Cinquanta si possa costruire, insieme, un mondo diverso.
Alessandro Punzo Società della Cura, Padova


Cambiare testatina
Carissimi del manifesto, ve lo dico con grande rispetto per il giornale e per ciò che l’ideale comunista ha rappresentato (anche per me): non pensate che sia arrivato il momento di cambiare la dicitura di «giornale comunista»? Credo che per nessuno di voi questo voglia dire, qui ed ora, promuovere dittatura del proletariato, economia pianificata, soppressione delle libertà borghesi, negazione della fede, etc. tutti caposaldi della dottrina comunista che, peraltro, sono state causa del suo tramonto. In nome delle tantissime sfide che ci impone il XXI secolo (redistribuzione della ricchezza, salvaguardia dell’ambiente, ripensamento dei consumi, tutela dei diritti, riqualificazione del lavoro, lotta al capitalismo finanziario, governo dei fenomeni migratori, attenzione alla sanità pubblica, etc.) non sarebbe molto più appropriato un sottotitolo come «giornale di sinistra» col palese intento di ricostruire un’identità perduta? Se le parole hanno un senso, perché indugiare in un aggettivo che, per quanto evocativo, nel contesto ideologico, economico e culturale dei nostri tempi, non ha più grande significato, né prospettiva?
Tarcisio Di Nicola


50 anni de Il Manifesto
In occasione di questo compleanno, mi auguro di fare cosa gradita nell'inviarvi una foto scattata nel lontano 1971, per l'esattezza la foto è stata scattata il 27 aprile del 1971, si tratta del manifesto affisso nel quartiere di Vingone alla periferia di Scandicci (in provincia di Firenze), per promuovere la sottoscrizione per la raccolta di 50 milioni, necessari alla nascita del quotidiano.
Donatella Degani


Ma Praga...
Mi sono sfogliato tutto, e trovo che manca un argomento che ritengo importante: un'analisi e un giudizio sulla primavera di Praga e sulla successiva evoluzione dei paesi satelliti Urss. Sono certo che il manifesto ne ha parlato più volte e sono anche certo che la vicenda di Praga ha avuto dei riflessi importanti nei fondatori del Manifesto, e sarebbe stato il casi di parlarne. Ricordo che Riccardo Lombardi portando il saluto del PSI a un congresso del PCI invitò i delegati a mettere Dubcek (allora giardiniere) nella direzione che doveva uscire da quel congresso.
Claudio Bellavita


Ad maiora
Senza farla troppo lunga ricordando il giornale che è sempre stato «dalla parte del torto» che ci ricorda che «la rivoluzione non russa» e così via, giornale autofinanziato, irriverente, analitico, culturale, conflittuale, indigesto ai potenti, che per tanti di noi è stato uno strumento della nostra formazione ed anche della sua diffusione e di iniziative politiche a suo sostegno, ma che soprattutto gode di prestigio presso tutta la stampa e l'opinione pubblica, al di là della quantità delle copie vendute, con i suoi splendidi titoli degli articoli invidiati da tutti gli altri, non possiamo che fargli i nostri migliori auguri sperando in altri 50 anni di pubblicazione. Ad maiora
Luigino Ciotti, presidente circolo culturale «primomaggio»


Il bel compleanno
Per festeggiare l’importante, e non scontato, traguardo dei primi 50 anni in edicola con una serie di iniziative adeguate propongo di lanciare una campagna di crowdfunding (anche con versamenti sul CCP del giornale). E spero che ci ritroveremo tutt* all’ex Mattatoio di Roma appena sarà possibile.
Beppe Barnato, Imperia e Caprarola


Auguri
Avevo 15 anni, avevo già preso il manifesto rivista e quel 28 aprile prendo le prime quattro pagine del quotidiano a 50 lire. Che emozione, leggerlo tutto ed esporlo nella tasca dell'eschimo con la testata in evidenza (come facevano con l'Unità).Da allora non ci siamo più lasciati (con qualche pausa). Qualche segno l'abbiamo lasciato.Cento di questi giorni non è solo un augurio, è una speranza per le nuove generazioni. Fraterni saluti.
Giuseppe Dimola Vittuone


La mia finestra sul mondo
Alla mia finestra sul mondo, a tutto ciò che insegna e crea, a tutto il collettivo che c'è e che fu, ad ogni singolo componente ad ogni singola parola ad ogni singolo giorno ad ogni singola notte, in attesa del domani per essere partecipi della lettura, dell'apprendimento, dell'ascolto. E nelle ore che scorrono si inizia sempre dal quotidiano. Tanti auguri per tutta una vita ancora de Il Manifesto.
Grazie di tutto. Con affetto e stima.
Camilla Cristini


Buon compleano
Tantissimi auguri perché possiate continuare ad essere una preziosa voce di riflessione e approfondimento.
Grazie per l’appassionato lavoro che svolgete.
Giulia Fiaccadori Suzzara (Mantova)


Sempre in tasca
Ben tornati! Da oggi ho potuto di nuovo passeggiare con un giornale piegato e custodito nella tasca della giacca con bene in vista il suo titolo come facevo sessanta anni fa con «l’Unità» e poi con «il manifesto». Quel gesto marcava una identità, la mia identità, anche perché «il manifesto» era coerente, e spero ancora e di nuovo lo sia, con lo spirito dell’articolo 21 della Costituzione là dove viene affermato nel primo capoverso «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Ne «La Repubblica», prima dell’ultimo cambio di direzione, si potevano leggere articoli di varia tendenza sullo stesso argomento; con la nuova si nota, in modo molto più marcato, il condizionamento della proprietà come abbiamo potuto vedere con l’intervista (?) del suo direttore ad Agnelli sul lancio della Superlega di calcio; un articolo datato e scaduto perché, nella notte, erano stati cambiati gli scenari evidentemente senza metterne a conoscenza l’ingenuo vicepresidente candidato.
Son sicuro che i prossimi 50 anni de «il manifesto» serviranno alla conoscenza e coscienza collettiva dei cittadini del nostro Paese, alla loro capacità critica, per dare cultura e spingerli a pensare e scegliere. Per concludere vorrei sapere se con la nuova vita si è pensato di ricorrere al contributo pubblico del 5 per mille anche con una piccola modifica, se necessaria, dell’assetto proprietario e delle finalità di azione. Vorrei che si aprisse sul giornale un ampio dibattito sulla necessità di avere una nuova legge elettorale che ci eviti di assistere a quello che si vede perché dopo Draghi, se ci sarà una Repubblica democratica e parlamentare dopo Draghi, dovremmo eleggere un nuovo Parlamento, con nuovi Deputati e Senatori.
Spero che ci sarà un Parlamento che sia lo specchio della composizione sociale e politica dei cittadini, che tuteli i loro interessi, e non serva solo ai più bassi interessi di partito ed a quello dei poteri forti.
Ugo Onelli, Roma


Stonare sempre
50 anni di Manifesto! Tanti anni insieme «dalla parte del torto», da quel 28 aprile 1971 tutto è cambiato, ma ancora, adesso più di ieri, c'è bisogno di un «quotidiano comunista» che continui a «stonare» nel conformista concerto dell'informazione. Lunga vita al Manifesto! Gli anni passati sono solo un lungo inizio: il meglio deve ancora venire!
Mauro Chiostri


Complimenti per Alias
Cari compagni, un milione di auguri per questo mezzo secolo di militanza e giornalismo, dalla parte dei più deboli. In un’epoca come questa, così difficile, per chi crede ancora in un mondo diverso e più di sinistra, è bello sapere che voi ci siate ancora nonostante tutto. Saluti comunisti
P.s. complimenti per “Alias”, sempre più interessante!
Vanes Dall’Olio

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