POLITICA

Magistratura indipendente: coinvolta nello scandalo ma vincente

ALLA CORRENTE DI DESTRA L’ELEZIONE PER RICOSTITUIRE IL CSM TRAVOLTO DAL CASO PALAMARA
JACOPO ROSATELLIITALIA

Alle suppletive vince la corrente conservatrice: lo spoglio delle schede, avvenuto ieri, consegna il seggio vacante del Consiglio superiore della magistratura a Maria Tiziana Balduini, giudice a Roma, esponente di Magistratura indipendente. A imporsi, quindi, è il gruppo guidato per anni da Cosimo Ferri, ora deputato di Italia Viva, uno dei partecipanti alle riunioni organizzate da Luca Palamara (ex leader dell’Associazione nazionale magistrati e della corrente Unicost) con Luca Lotti per decidere i vertici di procure e tribunali che risultassero graditi. La questione morale non scalfisce la forza della corrente storicamente più corporativa delle toghe italiane, che raccoglie 2.086 voti sul totale di 5.710. I magistrati sono oltre 9.600, salta agli occhi l'ampia astensione: c'entra la pandemia, ma a pesare è anche la stanchezza verso il terzo turno elettorale suppletivo nel giro di due anni, e un clima diffuso di disorientamento dopo il «caso Palamara».
Seconda piazza per il candidato di Area, di cui fa parte Magistratura democratica, il fiorentino Luca Minniti: per lui 1.637 preferenze. A seguire, Mario Cigna di Unicost (1.011 voti) e Marco D'Orazi di Autonomia e indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo (526). Significativo il numero di schede bianche, 450, mentre solo una toga ha seguito l'indicazione del nuovo gruppo Articolo Centouno di annullare la scheda. Numeri che dicono che i davighiani senza il loro creatore faticano a restare competitivi, e che i centristi di Unicost sono gli unici che pagano davvero il coinvolgimento del loro ex capo nelle vicende che hanno terremotato questa consiliatura a palazzo dei Marescialli. Prima che il caso Palamara venisse alla luce, Unicost era la corrente più forte. Il risultato di Area segna un arretramento rispetto alle suppletive precedenti, in cui a vincere era stata una sua esponente, Elisabetta Chinaglia: ma il confronto non vale del tutto, perché nel turno del dicembre 2019 mancava il candidato davighiano. Se confrontato alle elezioni dell’Anm, dello scorso 20 ottobre, il dato dei progressisti invece è in linea.
Intanto, sul fronte della riforma del Csm, ieri il presidente della commissione giustizia della camera, Mario Perantoni, ha accolto la richiesta del governo di rinviare l'adozione del testo base. Al lavoro ci sono gli esperti della ministra Cartabia, si attende che siano loro a partorire una proposta.

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