SOCIETA

Ex Fiat, qualcosa si muove: il Mise «riapre» il dossier sul polo industriale

TERMINI IMERESE, DOPO LA PROTESTA DEGLI OPERAI IN CIG
ALFREDO MARSALAITALIA/TERMINI IMERESE

Dopo mesi di silenzi, qualcosa sembra muoversi. Le proteste degli operai Blutec, tornati in piazza prima a Termini Imerese e poi a Palermo, sono servite almeno a riaccendere i riflettori. Il ministro Giorgetti avrebbe sollecitato il comitato esecutivo del Mise a riprendere in mano il dossier: entro giugno infatti il comitato si dovrà pronunciare sul programma consegnato dai commissari straordinari. Una dead line fondamentale per il futuro di 900 lavoratori e per il destino industriale del sito produttivo.
La bocciatura del programma, su cui pesano i 400 milioni di debiti accumulati dagli ex amministratori Blutec finiti in manette, farebbe precipitare tutto, con i commissari costretti a portare i libri contabili in Tribunale; al contrario il via libera potrebbe dare ulteriore fiato a una vertenza che comunque in questa fase appare in standby.
Pressato da Fim Fiom e Uilm il governatore Nello Musumeci ha pronta la lettera per il Mise con la richiesta di convocazione del tavolo di confronto. Dopo l’anticipazione del manifesto su un sondaggio fatto dai commissari con Amazon per verificare un eventuale interesse del gruppo di Seattle che sta cercando un sito nella Sicilia occidentale per creare il secondo hub commerciale nell’isola (è attivo quello di Catania), Smart city group, l’unico ufficialmente in corsa, ha confermato «la volontà di procedere con la realizzazione del progetto Sud-Smart utility district»: lo ha ribadito in una lettera al ministro Giorgetti al quale è stato chiesto un incontro «urgente» e in un’altra trasmessa a Fim Fiom e Uil. Il gruppo sottolinea comunque «i rischi connessi a un ulteriore allungamento della procedura da parte dell’amministrazione straordinaria di Blutec e del Mise». «Il lungo e faticoso iter, iniziato con la presentazione della manifestazione di interesse fin dal maggio dello scorso anno e proseguito con la presentazione del progetto, corredato da migliaia di pagine di documenti - scrive il gruppo in una nota - ha visto lasciar scadere da parte degli enti preposti tutte le scadenze programmate, inclusi i termini di legge per l’accettazione o il rigetto del progetto del 5 febbraio scorso». Tutto questo, fa notare il Consorzio, «con l'impossibilità di promuovere riunioni o incontri ufficiali con gli stakeholder del territorio per cui i momenti di confronto sin qui avvenuti si sono svolti a puro titolo di cortesia e per la sensibilità degli interlocutori locali».
Per Smart city group «l’area di crisi, costata peraltro numerose centinaia di milioni di euro al contribuente a partire dal 2010, merita una attenzione particolare» ed «è indispensabile consentire alle imprese promotrici della proposta di acquisire le informazioni tecniche sugli impianti esistenti e di svolgere un’adeguata interlocuzione con le autorità locali e le rappresentanze sindacali». Senza queste pre-condizioni «indispensabili per la definizione del progetto di riconversione del sito ex Fiat, avverte il Consorzio, «è del tutto evidente che il progetto Sud dovrà identificare una diversa localizzazione»

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