CULTURE

Una lettura diacronica dell’opera del pensatore di Treviri

FILOSOFIA POLITICA
GUIDO LIGUORIITALIA

Non è facile raccontare Marx in dieci lemmi o concetti. Troppo pochi, viene subito da dire. È un autore che ha scritto molto e di molte cose. Ed è stato letto, interpretato, dissezionato in lungo e in largo. La scelta di Stefano Petrucciani nel suo ultimo libro, Marx in dieci parole (Carocci, pp. 179, euro 16), è però evidente. I dieci termini, frutto di una scelta fra altre possibili, sono sentieri di lettura con cui si tenta di penetrare da diversi lati un corpus teorico ritenuto complesso e non del tutto organico come quello del pensatore di Treviri, per discuterne criticamente alcune coordinate fondamentali.
Le parole prescelte per questo «approccio a Marx» sono, nella sequenza offertaci dal volume (che in parte rispecchia quella del loro affiorare negli scritti di Marx): alienazione, diritto, democrazia, libertà, rivoluzione, materialismo storico, feticismo, sfruttamento, capitalismo, comunismo. Dieci termini centrali, nella consapevolezza che molti altri sarebbero stati possibili, e di alcuni in particolare si lamenta la mancanza: ideologia, scienza, classe sociale (borghesia, proletariato), solo per citare degli esempi.
L’AUTORE DEL LIBRO tuttavia ha diritto alla sua scelta, anche perché - occorre chiarirlo - non si tratta di una «introduzione a Marx», né di un libro soprattutto «per principianti». Certo, il linguaggio di Petrucciani è estremamente chiaro, il suo approccio espositivo esemplare, la vocazione pedagogica della sua scrittura caratterizza anche questo suo testo, ed esso risulta comprensibilissimo a chiunque vi si accosti con un minimo di impegno. Tuttavia l’ottica del libro pare un’altra: l’autore parte dalla convinzione che Marx non sia - al pari di ogni altro grande pensatore - «l’autore di una dottrina coerente, compiuta e magari trasformabile in un dogma di fede». È dunque necessario farne una lettura vigile, critica, anche se politicamente partecipe, discutendone le possibili aporie e contraddizioni.
Il primo «strumento» che il libro mette in campo per condurre questo confronto critico col pensatore di Treviri è una lettura diacronica del suo pensiero, una storicizzazione, o contestualizzazione, delle sue tesi. Per ogni lemma-concetto si analizza cioè cosa ne dice Marx nelle diverse fasi della sua elaborazione teorica e politica - sia pure per metterne in evidenza, alla fine, il significato dominante. È una accortezza fondamentale, che da sola già permette di «relativizzare» in buona parte le asserzioni marxiane, salvandole dalla dogmatica che per molto tempo ne ha contraddistinto e condizionato la ricezione.
SI PRENDA AD ESEMPIO la parola-chiave «democrazia». È evidente come su di essa Marx dica nel tempo cose anche molto diverse: dagli scritti filosofici del 1843-1844 al Manifesto del partito comunista, dalle opere storiografiche sugli anni 1848-1850 agli scritti formulati come documenti dell’Internazionale (quando Marx «fa politica»), dalla conferenza di Amsterdam alla Critica del programma di Gotha, Marx parla in modi diversi della democrazia politica e di quella economica, della democrazia parlamentare e di quella della Comune (che sarà nel Novecento il modello della democrazia soviettista), e così via.
Questo lemma è parte di una famiglia ben riconoscibile di concetti di filosofia politica (diritto, libertà, rivoluzione, comunismo), verso cui Petrucciani è particolarmente attento. Ma non mancano altri sentieri di lettura possibili, su cui procedere per imparare a leggere Marx. Perché questo soprattutto appare essere l’intento (metodologico) del libro, e ci sembra soddisfatto.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it