INTERNAZIONALE

Cattolici complici, ma il mea culpa non arriva

L’ACCUSA DELLE ASSOCIAZIONI DI BASE A VESCOVI E GERARCHIE
LUCA KOCCIusa/washington

Molti cattolici, dai vescovi ai religiosi, dai media ecclesiali ai movimenti pro-life, sono «complici» dell’assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori di Donald Trump.
SE LE GERARCHIE ecclesiastiche Usa tacciono o si limitano a parole di circostanza per condannare la violenza senza alcuna autocritica e senza quasi citare Trump – come fa il presidente della Conferenza episcopale e vescovo di Los Angeles, monsignor José Horacio Gómez –, le associazioni di base e per la riforma della Chiesa (riunite nel network Cor, Catholics Organisations for Renewal) esprimono un severo giudizio sui fatti del 6 gennaio e sulle responsabilità dei cattolici.
«Condanniamo la complicità e la partecipazione della comunità cattolica statunitense nel promuovere il clima che ha incoraggiato e reso possibile tale violenza», affermano in un comunicato congiunto firmato da undici associazioni. «Il caos e la violenza che hanno terrorizzato la nostra nazione mercoledì scorso sono il risultato diretto e prevedibile di oltre quattro anni di retorica violenta, razzista, xenofoba e misogina del presidente Trump», una retorica «che molti vescovi statunitensi hanno ripetutamente omesso di nominare e di condannare sia individualmente che collettivamente».
I sondaggi dicono che il 52% dei cattolici ha votato Trump: spaccati a metà, come la Conferenza episcopale Usa. E diversi vescovi, nonostante John Biden sia cattolico (il secondo presidente Usa cattolico, dopo Kennedy), hanno sostenuto Trump, soprattutto per le sue politiche antiabortiste, contro i diritti delle persone Lgbtq e a favore delle scuole cattoliche.
Molti vescovi, come il cardinale di New York Timothy Michael Dolan, e molti cattolici hanno messo questi «principi non negoziabili» davanti alla «difesa della vita e della dignità dei più poveri e dei più vulnerabili» e si sono disinteressati degli «effetti disastrosi del cambiamento climatico e delle ideologie oppressive fondate sulla supremazia dei bianchi e sul nazionalismo», denunciano le associazioni di Cor.
ANALOGA PRESA di posizione dal movimento We Are Church: «La Chiesa cattolica dovrebbe essere un esempio per il mondo nel promuovere la giustizia, l’uguaglianza e la pace, ma non lo è». L’auspicio è che l’assalto a Capitol Hill sia una «nuova epifania» da cui «la comunità cattolica impari a impegnarsi con maggiore diligenza a diventare la comunità degli operatori per la giustizia».
E Johnny Zokovitch, direttore esecutivo di Pax Christi Usa: «I fatti del 6 gennaio sono il risultato della demagogia di un uomo, il presidente Trump, e del fallimento di tutti coloro che hanno scusato, trascurato, respinto o incoraggiato l’odio e la retorica divisiva che ha caratterizzato il mandato di questo presidente», cattolici compresi, «il triste e prevedibile risultato di questa abdicazione di responsabilità». La conclusione è quasi apocalittica: «Nel libro del profeta Osea, Dio avverte: quando semineranno il vento, raccoglieranno l’uragano». Ci auguriamo, chiosa il direttore di Pax Christi, che questi fatti «servano come momento di conversione per molti».

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