CULTURA

Angelo Scandurra, addio al poeta della «Quadreria»

RITRATTI
NICCOLÒ NISIVOCCIAITALIA/Valverde (catania)

Ieri è morto, improvvisamente, Angelo Scandurra. Era un grande poeta e un raffinatissimo editore. Ma soprattutto era un animo nobile e puro. E tutto questo era una cosa sola, perché Angelo scriveva poesie e pubblicava libri nello stesso modo in cui viveva la vita: attraverso una sensibilità quasi esasperata, addirittura. Tutto lo toccava, ma era vero anche il contrario: tutto ciò che toccava assumeva contorni nuovi e speciali.
IL SUO MONDO era Valverde, il paese appena fuori da Catania dove ha sempre vissuto e di cui, fra la metà degli anni novanta e i primi anni del 2000, era stato anche sindaco. Da qui praticamente non si era mai mosso, perché era una persona schiva e laterale (molto simile sotto questo aspetto a un altro grande poeta, Roberto Roversi, di cui non a caso era amico): eppure da questo riposto angolo di mondo la sua voce era forte e chiara, così come forti e importanti sono i segni che ha lasciato nella cultura dei nostri anni.
Le sue opere, innanzitutto. E basterebbe da sola la Quadreria dei poeti passanti, pubblicata da Bompiani nel 2009: una raccolta di brevi poemi in prosa così densi da sfiorare l’inafferrabilità, se non fosse che è il senso dell’esistenza, piuttosto, a non essere afferrabile. E forse è proprio questo che Angelo Scandurra voleva esprimere, nella sua «Quadreria»: l’idea secondo cui la vita può essere vissuta, senza pretesa di essere compresa, solo rispettandone l’imperscrutabilità, e cogliendone – nelle sfumature – ogni possibile dolcezza.
E POI le sue case editrici: nel 1986 aveva fondato le Edizioni del Girasole, cui avevano fatto seguito Le Farfalle. I libri che Angelo pubblicava come editore erano contraddistinti da una raffinatezza della fattura di sapore antico e dall’autorevolezza del catalogo, nel quale sono presenti autori – solo per citarne alcuni – quali lo stesso Roversi, Rigoni Stern, Sciascia, Consolo, Sgalambro, Scabia, Marcoaldi, Ramat, Di Grado.
Angelo Scandurra lascia sua moglie, due figli e una nipote amatissima.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it