VISIONI

«Grandi momenti di danza», caleidoscopio di stili fra Ottocento e attualità

AL TEATRO ALLA SCALA LE PROVE DEL GALA
FRANCESCA PEDRONIITALIA/MILANO

Teatro alla Scala, domenica 13 dicembre, ore 14. Manuel Legris, neo direttore del Corpo di Ballo, è in sala per una prova del Gala Grandi momenti di danza. Sarà trasmesso dalla Rai nei primi mesi del 2021, le riprese terminano stasera, in tempi non di pandemia in questi i giorni si inaugura la stagione di Balletto.
L’ORCHESTRA è in platea, dirige David Coleman, ballerini, maîtres, tecnici, macchinisti sono pronti. In scena pulsa l’energia vitale del teatro, scenografie che salgono e scendono, ballerini in costume, ogni pezzo ha dal vivo le sue correzioni. Il neo direttore già si è distinto il 7 dicembre per l’eleganza di stile e la sobrietà di allestimento del suo Verdi Suite, creato per sei dei più brillanti danzatori scaligeri.
Il 56enne Legris, del resto, ha alle spalle una storia importante: a nominarlo étoile dell’Opéra di Parigi fu Nureyev nel 1986, ha danzato i più grandi ruoli del repertorio classico e molti titoli del Novecento. Arriva alla Scala dopo aver diretto lo Staatsballett di Vienna per dieci anni dove ha lavorato in tandem con l’attuale sovrintendente scaligero Dominique Meyer. A Vienna ha firmato balletti esemplari come Sylvia, in scena alla Scala un anno fa.
Primo titolo della prova di domenica un cammeo di inizio Novecento, Le Spectre de la Rose di Fokin nella ripresa di Nureyev. A ballare la parte che fu di Nijinskij, Claudio Coviello, ballerino di strepitosa musicalità, in coppia con Emanuela Montanari. Le Spectre è il sogno di una fanciulla, una rosa che diventa spirito danzante. Nuove le linee del corpo maschile proposte da Nijinskij e riprese da Nureyev. Un’inclinazione della testa nel salto, la direzione dello sguardo, la posizione delle braccia: Legris corregge, ripercorre tutti i titoli del Gala per i suoi danzatori, l’allure del grande ballerino gli è rimasta nel corpo e ha la capacità di trasmetterla agli altri.
LA PROVA continua con l’estratto da Il Corsaro, classico ottocentesco dal poema di Lord Byron, versione coreografica di Legris. È il grande pezzo d’insieme dello spettacolo, a cui partecipa un nutrito gruppo di danzatori, oltre ai protagonisti dei ruoli principali, la brillante prima ballerina Virna Toppi (Medora), Marco Agostino (Conrad), il virtuoso Mattia Semperboni.
Il Gala è un viaggio di stili tra Ottocento e attualità. Nicola Del Freo con Vittoria Valerio ci riporta nel romanticismo nordico di Bournonville con il brio delle batterie maschili de La Sylphide, la prima ballerina Martina Arduino con Federico Fresi omaggia il balletto italiano nel passo a due dall’Excelsior di Manzotti, a Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado uno dei passi a due più sofisticati di Haendel Project di Mauro Bigonzetti; Andrea Risso, Christian Fagetti e Alessandra Vassallo nel trio contemporaneo da SENTieri di Philippe Kratz.
Come tenere le braccia unite in un equilibrio, scivolare in una presa di mano, guidare le pirouettes, dialogare con la musica? Il grand pas de deux del Don Chisciotte con i primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko ci riporta all’indimenticabile guizzo del repertorio Nureyev di cui Legris è grande conoscitore. Da non perdere, il 21 dicembre alle 20.00, sul sito e sugli account Facebook e Youtube del Teatro alla Scala, il neo direttore in prova per il passo a due dallo Schiaccianoci di Nureyev.
ORE 17. Usciamo, fuori impauriscono la folla, i bar strapieni della prima domenica di zona gialla in Lombardia. Un contrasto con le regole ferree del pubblico nei teatri, in Italia drammaticamente chiusi.

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