ECONOMIA

Sorrentino: «Noi pubblici scioperiamo per chiedere assunzioni»

La segretaria generale della Fp Cgil: ne servono almeno 500 mila, da un anno il governo non si confronta
MASSIMO FRANCHIITALIA

Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, domani chiamate a scioperare tutti i lavoratori pubblici. Il clima nel paese però è molto duro nei vostri confronti: molti media e commentatori invitano i vostri iscritti a non seguirvi.
Nel mondo del lavoro pubblico il percorso che abbiamo intrapreso da febbraio con la richiesta di un Piano straordinario di assunzioni poi sul contratto e infine per tutelare la sicurezza dei lavoratori nella pandemia è stato condiviso totalmente da nostri iscritti. Su tutte e tre le richieste da un anno non c’è stata una convocazione da parte del ministro. A ottobre siamo entrati in stato di agitazione ma siamo arrivati alla legge di bilancio senza che sia arrivato alcun confronto. A quel punto i lavoratori hanno partecipato alle nostre assemblee capendo che la proclamazione dello sciopero era un percorso obbligato. Non è semplice fare uno sciopero in un momento in cui i lavoratori pubblici devono dare continuità ai servizi e sono accusati di essere privilegiati. Il clima nel paese rappresenta la contrapposizione storica che è stata costruita fra lavoratori pubblici e privati ma abbiamo dimostrato che la nostra non è una protesta corporativa e registriamo una fortissima partecipazione e condivisione fra i lavoratori.
L’accusa di essere privilegiati vi arriva da chi sostiene che nella crisi non avete perso neanche un euro e ora chiedete un aumento alto. Ma la vostra piattaforma ha altre richieste.
Sì, al primo posto c’è la richiesta di 500 mila assunzioni straordinarie e la stabilizzazione di 450 mila precari - rafforzata dalla lettera della commissione europea al nostro governo. Allo stesso tempo chiediamo di tutelare la salute ma proprio oggi il ministero dell’Istruzione ha risposto alla nostra richiesta di fornire mascherine Ffp2 per il personale dicendo che non può farlo perché costano troppo.
Le critiche si concentrano sulla decisione di scioperare nella sanità in piena emergenza. Voi fra i medici e gli infermieri non siete maggioritari, cosa si aspetta succeda?
Fra i medici no, ma fra gli infermieri siamo il primo sindacato per eletti sulle Rsu. Lo sciopero è regolato dalla legge 146 e dovremo garantire i contingenti minimi che sono stati fissati prima del blocco del turn over e non aggiornati dappertutto. Per questo motivo paradossalmente al lavoro ci sarà più personale rispetto ai turni canonici ma i lavoratori vogliono farsi sentire e indosseranno la scritta: "Non mi fermo ma protesto".
La ministra Dadone ha mandato una lettera ai quotidiani e vi ha convocato per il 10. Un comportamento che pare quasi provocatorio...
Se voleva evitare lo sciopero doveva convocarci prima.
In legge di bilancio il governo ha stanziato 400 milioni. Possiamo quantificare quante risorse sarebbero servite per un rinnovo contrattuale dignitoso?
Il problema non è quanti soldi ci sono, ma che senza confronto non siamo neanche in grado di valutarli. Mi spiego: nell’ultimo rinnovo è stato previsto un «elemento perequativo» per permettere che gli aumenti non andassero ad annullarsi con il bonus 80 euro che noi abbiamo reso possibile con una operazione di solidarietà togliendo agli stipendi più alti per farlo arrivare a tutti. Noi ora chiediamo di rendere strutturale questo «elemento perequativo» ma se le risorse stanziate servissero anche a questo l’aumento reale per un infermiere scenderebbe di ben 19 euro al mese. In più per la prima volta nello stanziamento non si distingue la parte per il settore della sicurezza. Infine questa è l’ultima legge di bilancio che può stanziare risorse per il rinnovo 2019-2021. Insomma, non è tanto il quanto che ci interessa ma il come.
Sul piano di assunzioni invece il confronto non può limitarsi alla ministra Dadone anche perché sarebbe legato al Recovery Fund...
Chiediamo che il confronto sia con il governo, c’è un tema che riguarda il potenziamento del personale delle pubbliche amministrazioni anche per spendere al meglio le risorse europee a partire dal Recovery Fund e per farlo ci vuole attenzione anche agli enti locali.
Per il sindacato la pandemia è stata una sfida difficile. Come si organizza uno sciopero in mezzo alla seconda ondata?
Abbiamo riconvertito la nostra attività con distanziamento fisico ma non sociale. Per preparare lo sciopero abbiamo fatto un’assemblea su Zoom con 1.400 delegati. Domani avremo collegamenti sulle piattaforme ma ci saranno presidi fisici nei luoghi di lavoro come Asl, Comuni, Prefetture.
A chi rilancia la proposta di cassa integrazione anche per i dipendenti pubblici cosa risponde?
Rispondo con le parole del rider delegato Nidil Cgil eletto Rsa a Firenze Yiftalem Parigi: "Nessuno mi ha spiegato perché togliere un diritto ad un lavoratore pubblico dovrebbe portare nuovi diritti a me".

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