CULTURA

Bookdealer per le librerie indipendenti

MARIA TERESA CARBONEUSA

Negli Stati Uniti il lancio di Bookshop (ora replicato anche in versione britannica) è stato salutato con entusiasmo all’inizio del 2020 da tutti coloro cui premono le sorti delle librerie indipendenti. Il meccanismo del progetto, ideato da Andy Hunter, co-fondatore nel 2015 di Literary Hub, tra i siti più interessanti nel campo dell’informazione culturale di lingua inglese, è semplice: le librerie, anche quelle piccolissime, possono creare nel sito di Bookshop una vetrina virtuale e ricevere poi per ogni vendita il 30% sul prezzo di copertina. Quanto ai rapporti con i clienti e alla spedizione sono gestiti dallo stesso Bookshop e dai distributori partner; la consegna è garantita entro due-tre giorni e sui titoli viene applicato uno sconto. Come ha detto Hunter al «Guardian», l’impresa, avviata a febbraio, ha avuto un’accelerazione enorme con la pandemia fino a raggiungere nei soli Usa un fatturato di quasi 8 milioni di dollari. Simile, ovviamente più limitato nei numeri, è l’italiano Bookdealer, che si ripromette «di permettere alle singole librerie indipendenti di fare massa critica e provare a competere con i grandi store on line». Impegno non da poco, se si considera che l’innominato avversario è Amazon: tentare non solo non nuoce, è addirittura necessario.
(m.t.c.)

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