Cosa sarebbe accaduto a Cappuccetto Rosso se avesse parlato in rima al lupo? E se la piccola fiammiferaia per scaldarsi un po’ avesse acceso fra le dita un minuscolo falò, cercando di agire rispettando sempre e rigorosamente la rima? Si sarebbe forse salvata grazie all’incantesimo della poesia.
Fabian Negrin, illustratore con radici argentine che ormai ha scelto l’Italia come suo paese elettivo da più di trent’anni, compie un’opera titanica. Raggruppa le fiabe da ogni parte del pianeta, le «archivia» secondo le lettere e compone così in ventisei tavole (acquerelli e tempere) e altrettante storie un Alfabetiere delle fiabe (Giunti, pp. 64, euro 18) che si trasforma sotto gli occhi in un dizionario della fantasia dalle mille interpretazioni. Si parte per l’avventurosa esplorazione dell’immaginario di tutto il mondo con Aladino e la sua lampada e si finisce nella Zucca di Cenerentola, ultima tappa «viaggiante», che promette altri itinerari (in fondo, si sale in carrozza). L’omaggio dell’autore è dichiaratamente alle «fiabe sonore» che uscirono con Fabbri editori negli anni 60, tutte corredate da albi di grande formato con disegni di artisti rinomati.
Qui nell’Alfabetiere, tornano le atmosfere liberty nella Bella addormentata nel bosco, la versione magica dei dipinti «bamboccianti» in Hänsel e Gretel, le antiche pitture cinesi nella vicenda di Xi Shi, quella figlia della sarta, elegante come una gru, che venne inviata a far la spia nel regno di Wu. C’è anche Biancaneve, fanciulla alla Magritte sovrastata e inquadrata cinematograficamente da una rossa mela avvelenata.
Lasciandosi alle spalle i boschi fatati e le storie uscite dallo scrigno delle Mille una notte, si può celebrare Halloween con l’ironia macabra e il tratto inconfondibile di James (Jim) Flora con Che paura nonno! (Cliquot edizioni, pp.36, euro 18) che avevamo conosciuto con Il giorno in cui la mucca starnutì, pubblicato da Orecchio Acerbo.
Grafico, fumettista e poliedrico creatore di personaggi pr bambini (il primo libro per l’infanzia fu The Fabulous Firework Family), Flora nacque nell’Ohio nel 1914 e negli anni 40 lavorò come art director per la Columbia Records. Le più belle copertine dei dischi di jazz dell’epoca d’oro della musica americana si devono alla sua inventiva scoppiettante - fra queste, Mambo for Cats e quelle per Louis Armstrong e Benny Goodman, guardando all’arte primitiva, a Mirò e anche agli incubi di Bosch.