SOCIETA

Oggi esce la sua terza enciclica, sulla rotta sociale della «Laudato si’»

IERI IL PAPA HA FIRMATO IL DOCUMENTO AD ASSISI
LUCA KOCCIitalia/assisi

Ieri pomeriggio ad Assisi, presso la tomba di san Francesco, papa Bergoglio ha firmato la sua terza enciclica: Fratelli tutti.
La prima, Lumen fidei, dedicata alla fede, era un’enciclica a metà: iniziata da papa Ratzinger, completata e firmata da Bergoglio all’inizio del pontificato, in essa si vedevano chiaramente le due mani, soprattutto quella di Benedetto XVI. La seconda, Laudato si’, ispirata al Cantico di frate Sole di Francesco d’Assisi, è diventata il manifesto del magistero eco-sociale di papa Bergoglio: difesa dell’ambiente, ma anche critica al sistema capitalistico che, inseguendo il dogma del profitto per pochi, violenta la Terra, distrugge le relazioni umane, provoca guerre e costringe interi popoli a emigrare. Questa terza enciclica si pone in continuità con la Laudato si’, come dimostra che anche questo titolo è tratto da uno scritto di san Francesco e che il papa l’abbia voluta firmare ad Assisi – la prima volta che un’enciclica vede la luce lontano da Roma –, sulla tomba del santo di cui ha preso il nome. Se Laudato si’ è inclinata maggiormente verso i temi ambientali, Fratelli tutti sarà maggiormente incentrata sulle questioni sociali, partendo dalla fraternità (uno dei tre valori della rivoluzione francese).
Il testo verrà reso pubblico oggi, dopo l’Angelus di mezzogiorno. Al centro, il tema della «fratellanza umana» – come il documento di febbraio 2019 scritto insieme al grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib – declinato in chiave politica, economica e sociale, con richiami ai diritti umani, ad un’economia equa, alla giustizia sociale, alla pace e al disarmo, all’accoglienza dei migranti, alla solidarietà.
Forti critiche, soprattutto da parte delle teologhe, ha sollevato la scelta del titolo, Fratelli tutti, che non considera le donne. «È una citazione di san Francesco, il papa non l’ha modificata. Ma sarebbe assurdo pensare che contenga una qualsivoglia intenzione di escludere più della metà degli esseri umani, cioè le donne», spiega Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa sede. Comunque, forse anche per rispondere alle critiche, ieri Bergoglio, prima di arrivare a san Francesco, si è fermato in due monasteri femminili di clarisse: a Vallegloria (Spello) e a santa Chiara ad Assisi. E per un pomeriggio non avrà pensato agli scandali finanziari che scuotono il Vaticano.

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