VISIONI

Interni familiari e vite immaginarie, il Brasile indocile di Gustavo Vinagre

SI APRE OGGI CON «SAMP» DI REZZA E MASTRELLA SICILIA QUEER, TRA LE PROPOSTE UN FOCUS SUL REGISTA DI RIO DE JANEIRO
SILVIA NUGARAitalia/palermo

Dopo essere stato rinviato causa pandemia, parte a Palermo in quest’ultimo scampolo d’estate il Sicilia Queer Festival (da oggi al 20 settembre). «Non intendiamo arretrare di fronte alle contrarietà né isolare le tante persone che permettono a questa manifestazione di esistere», ha dichiarato il direttore artistico Andrea Inzerillo. Giunta alla sua decima edizione, la rassegna ha dovuto rinunciare alla sezione «Presenze» che permise di (ri)vedere autori come Jacques Nolot, Lionel Baier, Marie Losier o Gabriel Abrantes. Quest’anno, però, oltre alle proiezioni al Cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa, il pubblico potrà seguire online una selezione di corti e lunghi prenotandosi gratuitamente sulla piattaforma mymovies.it.
Stasera si comincia in presenza con Samp, il nuovo film di Rezza e Mastrella che dissacra i miti della «donna ideale» e dell’«uomo forte» mentre domenica si chiude con Days di Tsai Ming Liang. In programma anche gli omaggio a Franca Valeri con la proiezione di Parigi, o cara di Vittorio Caprioli e a Catherine Spaak con I dolci inganni di Alberto Lattuada.
QUEER non è semplicemente un sinonimo un po’ oscuro e alla moda per designare l’omosessualità con la parola che in origine era un insulto traducibile con strano, eccentrico, bizzarro, ed è poi servita alla comunità Lgbtqi per rivendicare la propria differenza dalle norme di genere e sessuali. Parlare di cinema queer significa accostarsi a sguardi inconsueti sui soggetti e sugli affetti, affondare in immaginari critici, fluidi, instabili, imprevedibili che non si accontentano delle categorie precostituite con cui il pensiero maggioritario concepisce le identità e i vissuti.
Forse non è un caso se in questa edizione del festival è presente una cospicua rappresentanza di cinema dal Brasile, un paese in cui tanto violenta è la pressione del potere quanto effervescente la risposta politica che si esprime attraverso i movimenti e nell’arte. Ne è un esempio Gustavo Vinagre di cui il Sicilia Queer Festival proietta gli ultimi due lungometraggi, Vil, má e A rosa azul de Novalis. Entrambi scandagliano la vita di un personaggio da un interno casalingo dando spazio a un’auto-narrazione in cui la vita sconfina sempre nell’immaginazione senza linea di demarcazione tra verità e inganno.
Vil, má visto all’ultima Berlinale nella sezione Forum, è il ritratto di una donna avanti con gli anni, molto devota e superstiziosa, con un passato di scrittrice sadomaso e sex worker specializzata in dominazione. Attraverso Vilma emerge il profilo di un paese diviso tra fanatismo religioso ed esuberanza sessuale in cui il sadomaso si fa espressione di desideri e paure represse.
A SUA VOLTA, A rosa azul de Novalis, firmato insieme a Rodrigo Carneiro, si concentra sulla figura del dandy necrofilo Marcelo e sul racconto di tutte le sue vite immaginarie di poeta o cavaliere. Penetrando nel profondo di un uomo che non teme di guardare in faccia l’abietto e di darcelo a vedere, il film mostra che in fondo ogni fine è un nuovo inizio.

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