POLITICA

A bocca aperta. I complottisti uniti gettano la mascherina

«Giù le mani dai nostri bambini». A Roma i No mask contro la «dittatura sanitaria»
SIMONE PIERANNIITALIA/ROMA

Forse non lo sapete ma viviamo in un momento decisivo nella storia dell’umanità: una banda di satanisti-pedofili, raccolta nel deep state - uno «stato nello stato» - ci vuole morti. E ha deciso di iniziare a sterminarci dall’anello più debole della catena umana, i bambini. Bill Gates, ad esempio, fa parte della cupola e con le sue teorie sul climate change in realtà vuole la nostra estinzione.
C’È ANCHE SOROS, ovviamente, che per di più è ebreo (ci siamo capiti). E Hillary Clinton, una delle più scatenate e non manca «l’uomo nero», Obama. In questa azione transnazionale volta a sovvertire l’ordine mondiale, la dittatura sanitaria che ci vuole mascherinati e barricati in casa senza libertà, è solo l’ultimo anello. Per fortuna però c’è Trump, il solo che potrà salvarci e che sta combattendo in segreto questa guerra invisibile che solo gli illuminati possono cogliere in filigrana al rutilante procedere dell’umanità. Trump (che di recente ha sostenuto che il deep state sta minando l’uscita del «suo » vaccino) è il trait d’union di diverse lotte locali: in Italia ad esempio non accade come negli Usa dove i bambini sono trucidati e stuprati dall’élite globalista in grotte sotterranee, ma vengono vaccinati, obbligatoriamente.
«GIÙ LE MANI dai nostri bambini» è il primo grido che si è alzato nella piazza no mask radunata ieri a Roma, colma di riferimenti a Trump, al grande complotto di Soros e compagnia e desiderosa di riguadagnare quella libertà che la dittatura sanitaria sta erodendo in modo definitivo. Le persone (qualche centinaia) che ieri si sono date appuntamento alla Bocca della verità a Roma sono state bollate subito dai «giornalai» (che sono «criminali») come «negazioniste»: a questo proposito dai tanti interventi è emerso che è impossibile raccogliere questo sentimento popolare all’interno di questa etichetta.
C’È STATO CHI L’HA NEGATA, chi l’ha rivendicata, chi ha detto, «no, siamo semplicemente il popolo». Del resto l’appello che ha convocato il popolo non era mica subdolo: «Siamo contro il lockdown, le museruole/mascherine, i distanziamenti sociali. Siamo l’Italia che si ribella e lotta contro la vaccinazione di massa». E ancora: «Siamo i genitori che non faranno vaccinare i propri figli. Siamo quelli contro le antenne 5G, contro gli interessi dell’Oms, Gates, Soros e poteri internazionali». Il legame con la teoria americana del complotto, QAnon, già presente in tante piazze europee è emersa in fretta: «stiamo facendo montare le reti 5G a sti cinesi di merda», è stato detto. Serve «una luce». Una soluzione c’è: Trump deve venirci ad aiutare a liberarci dal male. L’opposizione pure, deve andarsene, «deve dimettersi». Flash: «Quando siamo usciti dal tar nel 2017 e abbiamo proposto l’arresto di Mattarella», «stracciamo lo straccio con le stelline», «stato d’arresto per la Lorenzin», «viviamo in un’epoca triste dominata da criminali plagiatori di bambini», «ministri pagati da soggetti criminali».
In mezzo a tanti fedeli seguaci delle teorie complottiste c’è anche chi ci sguazza ma va bene uguale.
AD ESEMPIO GIULIANO CASTELLINO di Forza Nuova, una delle organizzazioni che insieme al «Popolo delle mamme» ha messo in piedi la giornata, ha tuonato contro la dittatura sanitaria (essendo un fascista permettiamoci qualche dubbio al riguardo). E lo ha fatto a ragion veduta, perché nel luglio del 2018 è stato arrestato per una truffa di 1,3 milioni di euro di danni al Sistema sanitario nazionale: incamerava i rimborsi per prodotti per celiaci che in realtà non lo erano.
Ma non siamo fascisti, anzi Castellino ha sfidato i «giornalai» (e «criminali»): «la mia gente e non dico chi (camerati, ovviamente ndr), non ve la do questa soddisfazione». Ma lo sapevamo tutti che questa piazza che qualcuno potrebbe definire no vax no mask no 5G è stata popolata per lo più da confusione sparsa, dalla bellezza autoesplicativa di complotti in grado di spiegare ogni cosa, con un pizzico di immaginazione, di «libertà», figlia di un’epoca nella quale conta la verosimiglianza più che la realtà, figlia di una cultura politica che, per quanto siano arrivati gli strali di Di Maio contro la manifestazione, si è sviluppata all’interno di un brodo politico che ha fatto dell’anti ideologia il suo battesimo, per proseguire con l’odio per gli espertoni, per i professoroni, quando basta il buon senso.
IL COVID? Ma perché deve decidere un dottore, basta il buon senso, come guidare un aereo, costruire una casa, governare la nazione. E ad alimentare questa cianfrusaglia culturale, contrariamente a quanto spesso si pensa e nonostante gran parte delle pietre miliari di questo movimento si sviluppi in un oceano di siti internet in cui è facile perdersi, ha contribuito l’informazione, quella mainstream. Sennò non ci sarebbero i «cinesi di merda», non ci sarebbe «è soltanto un raffreddore» (i dati di ieri riportano un aumento dei ricoverati con sintomi (1.620, +13) e delle persone in isolamento domiciliare (29.453, + 1.181); incremento anche dei positivi, 1.695, e 16 morti) non ci sarebbe che «vogliono prendersi i nostri bambini», «Bibbiano!».
IN PAROLE PIÙ POVERE: se l’informazione non controbatte e non sottolinea le falsità e le bufale, queste semplicemente si piazzano lì e cominciano a sedimentare. E non stiamo parlando di cose sostenuti solo da fuori di testa, da derelitti culturali, sarebbe un grande errore credere questo. La piazza di ieri – a parte i «politici» e chi prova a lucrare su questo grande show internazionale anche economicamente – era composta dai nostri vicini sul bus, nelle file in posta, all’ospedale, vicina nei ristoranti, sui treni, sugli aerei. Sono tra noi, e sarà bene non sottovalutare questo aspetto.

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