CULTURA

«La febbre zombie» di Kristina Ohlsson

ARIANNA DI GENOVAsvezia

La scrittrice svedese Kristina Ohlsson l’avevamo conosciuta per i suoi «Bambini di cristallo», abitanti inquieti di un tempo sospeso fra la vita e la sparizione, tra fantasmi e ricordi. Ora torna in libreria per Salani con «La febbre zombie» (pp.240, euro 14,90, traduzione di Monica Corbetta), romanzo-thriller che sconvolge la tranquilla esistenza di un piccolo paese come Eldsala. D’improvviso, sciami di vespe super aggressive, sconosciuti sospetti, intrisi di sangue e, soprattutto, una febbre - «la peggiore che esista, quella che rende le persone malate al punto da non sapere più ciò che fanno» - convincono Herbert che qualcosa di temibile stia accadendo. Una «pandemia» anomala si sta impossessando degli abitanti, che con le notti stellate diventano feroci. E allora è meglio indagare (d’altronde, l’autrice lavora come analista di sicurezza internazionale per lo Swedish National Police Board). Ed è meglio farlo in due, con l’amica Sally. O in tre, con la complicità di un nonno dapprima diffidente, poi sempre più «aperto» all’avventura e alle scoperte affettive inaspettate. Salani si prepara poi a un’altra uscita: il 10 novembre sarà in libreria la fiaba inedita «Ickabog» di J.K. Rowling, tornata alla ribalta nei mesi scorsi accusata su social di transfobia per alcune sue affermazioni
(a. di ge.)

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