CULTURA

Le strabilianti sfide della fantasia Arianna Di Genova

Un percorso di libri per ragazzi e bambini, girando tra le strade di Mantova assediate dai briganti, correndo con la gazzella somala, tuffandosi con i pescatori di spugne
ARIANNA DI GENOVAITALIA

Appassionato affabulatore che ammaliava il suo piccolo pubblico con il ritmo di avventure fantastiche (come quella del contadino Cion Cion che amava il blu e pure l’arancio), devoto di Mozart, profondo conoscitore della cultura artistica - «a furia di dipingere e disegnare, ho cominciato anche a illustrare io stesso i miei libri» -, Pinin Carpi nacque a Milano l’11 luglio del 1920, esattamente cento anni fa (è morto nel 2004). Era arrivato tardi alla scrittura per bambini, pubblicando il suo romanzo di esordio a 48 anni, nel 1968. Dopo, fu come un fiume in piena tra racconti dal vivo e testi che istigavano alla gioia per la vita. Qualcosa però si era perduto nei cassetti del suo studio: è così che in questa strana estate pandemica e un po’ immobile, arriva in libreria un romanzo di dinamismo frenetico come La rivolta dei bambini di Mantova (edizioni Piemme, Il Battello a vapore, pp. 192, euro 16,50, con gli acquerelli di Alessandro Sanna e una postfazione di Susanna Carpi). Il ducato di Mantova è assediato dai briganti che compiono razzie nelle campagne; ai mini-abitanti non resta che rifugiarsi nel bosco per continuare a giocare, a raccogliere mirtilli e a narrarsi storie, stringendosi intorno al fuoco. Ma se il paese è in pericolo, allora bisogna combattere - con tutti i mezzi a disposizione - per la libertà e cacciare l’invasore. D’altronde, nella vita vera, lo scrittore era stato impegnato nella Resistenza, suo padre deportato a Mauthausen e suo fratello Paolo ucciso nel campo di Flossenburg a soli 17 anni.

DIFENDERE UN VILLAGGIO (questa volta di pescatori di spugne, mestiere che sfida la morte negli abissi) tocca anche ad altri due giovani protagonisti: sono Spartaco e Sofí alle prese con un misterioso Viaggiatore che ride amaro, vede solo da un occhio e conosce il futuro, ammantato di presagi funesti e oscure promesse di ricchezze. 2146 è l’ottimo romanzo d’esordio di Marco Marmeggi (Livorno, 1979), docente all’isola d’Elba e fondatore con un gruppo di istruttori disabili della scuola di vela d’altura «Diversamente marinai». Pubblicato da Einaudi Ragazzi (pp.138, euro 12), il libro - con il suo stile evocativo - attraversa il mare con discese e risalite che si fanno metafora dell’esistenza di ognuno, scandagliando i «fondali» di una comunità che rischia di perdere le sue radici e la sua millenaria fusione con la Natura.Fra gli esploratori di luoghi sconosciuti che incontreremo sotto il sole c’è anche il famoso mercante di Venezia, in cammino lungo deserti roventi assediati dai «fantasmi delle dune» e lande desolatamente ghiacciate. La sua storia è narrata in Marco Polo, viaggio nella terra del dragone di Patrik Oriesek (Jacabook, pp. 40, euro 18, illustrazioni di Han, traduzione di Fides Modesto) e in realtà può leggersi come un «atlante» che si apre agli occhi di chi, come questo viaggiatore per affari di circa ottocento anni fa che scrisse Il Milione, viene convocato nel palazzo del grande Khan, tra «pareti decorate con dipinti di draghi e abbellite di ornamenti d’oro».

SE MARCO POLO ardì varcare i confini del mondo conosciuto, qualcun altro in Europa, infiniti anni dopo, provò a forzare i limiti imposti dalla cultura sportiva al corpo delle donne. È La ragazza con le scarpe di tela presentata nel romanzo storico di Annelise Heurtier, l’autrice de L’età dei sogni, per Gallucci (pp. 224, euro 13,50). Lei è Kathrine Switzer, la maratoneta americana che corse a Boston con il numero 261 e fu placcata dagli organizzatori con violenti strattoni. Non si fermò, arrivò alla fine lo stesso in quattro ore e venti minuti, divenendo l’icona dell’emancipazione. La storia del libro è invece ambientata in Francia nel 1966, la protagonista Catherine ha 15 anni e si ispira a quell’atto di ribellione che sbriciolò i pregiudizi. Non sarà però l’unica audace corridora di questa estate: c’è anche Samia, l’atleta somala che si allenava di nascosto nelle strade di Mogadiscio e che pure a pane e acqua puntava alle Olimpiadi: Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli, pp. 252, euro 9,50) è la sua storia che, nella versione per ragazzi, salta l’epilogo tragico per lasciare aperto il sipario del sogno - la «gazzella» somala che voleva raggiungere Londra per gareggiare fu invece inghiottita dal mare al largo di Lampedusa.

DICKENSIANO, anche per la presenza di spazzacamini e malvagi sfruttatori di un’infanzia miserabile, è invece il romanzo del canadese Jonathan Auxier Cenere. Storia di una bambina e del suo mostro (Mondadori, pp. 320, euro 17, traduzione Barbara Servidori), ambientato nella Londra affumicata e malandata di fine Ottocento. Qui il riscatto e la speranza di una vita migliore è cosa ardua da sognare, anche per la protagonista che, pur chiamandosi Nan, nella sua esistenza riecheggia le sorti della celebre fanciulla bistrattata. solo che al posto di un principe qui c’è una creatura fatta di polveri e carbone, calda e friabile. Una «bestia umana» di nome Charlie con cui condividere il rischio dell’esistenza e inerpicarsi coraggiosamente verso il futuro.

FRA GLI ORFANI che hanno a che fare con strane apparizioni del mondo lassù, nelle terre britanniche, c’è poi Christopher: lavora con un ingegnere specializzato in robotica e ha molti amici, tutti meccanici e imbullonati, inventati in laboratorio dell’Inghilterra anni Trenta. Cuore di latta di Pàdraig Kenny (Il Castoro, pp. 296, euro 16, traduzione Laura Bortoluzzi) riprende il filone delle realtà distopiche alla Blade Runner, senza la pioggia sporca né la cupezza dei suoi paesaggi. Non cerca neanche di porsi le domande filosofiche che scaturiscono nella mente di uno scrittore come McEwan quando maneggia il suo romanzesco androide. Kenny dice semplicemente di aver avuto l’idea di questa storia di fronte alla sconsolante scena di un venditore che a tutti i costi voleva rifilare un robot a una coppia senza figli, nei giorni natalizi. Naturalmente, anche in Cuore di latta i piani del racconto si mescolano e non tutto ciò che è «vero» lo è sul serio. I problemi nascono quando gli «automatici» vengono dotati di un’anima, una vecchia vertigine che ha accompagnato la fantascienza fin dal suo primo vagito.Infine, un libro delizioso: Racconti d’estate di Luisa Mattia (Lapis, pp.128, euro 10, illustrazioni di Lorenzo Terranera) con cui viaggiare sperimentando villeggiature diverse a bordo di una macchina del tempo narrativa. Dieci volte estate per dieci storie che invitano a una passeggiata attraverso epoche che si intrecciano fra sospiri amorosi, emozioni dell’amicizia e fumi delle guerre. Si va dall’Italia meridionale dei primi del secolo scorso alla Lisbona dei Garofani rossi, passando per la Pennsylvania. Un solo fil rouge per tutti i protagonisti: il costume da bagno per avviarsi verso il rito di passaggio obbligato della crescita.

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