VISIONI

Fughe sonore nella terra sconfinata

JAZZ
FLAVIO MASSARUTTOITALIA

Non è da tutti iniziare un disco di jazz con un pezzo di Daniel Johnston, eroe sfortunato della musica indipendente, underground, lo-fi. Cathy Cline è una ballata semplice e struggente, di quelle che ti lasciano il sapore agrodolce di una melodia che vorresti non finisse mai eppure senti che ti fa male. Zeno De Rossi, veronese trapiantato a Ferrara, conferma il suo amore per il genere Americana qui presente anche con l’omaggio a Sam Amidon Sam, gioiello rilucente incastonato proprio al centro del disco, e la ripresa del Bill Frisell di Kaddish. Ma i riferimenti musicali e culturali non si fermano qui perchè De Rossi cita Philiph Roth, la Nouvelle Vague e offre una versione di Les Anges di Erik Satie.
IL JAZZ secondo De Rossi è una terra sconfinata da percorrere con in testa l’eleganza di Shelly Manne ( a cui il batterista ha dedicato uno splendido ed enciclopedico lavoro anni fa), le visioni psichedeliche della Beat Generation, l’urgenza del rock e del free. La scrittura del leader è concentrata e accurata e racconta ogni volta una storia ben definita, perfettamente a fuoco. L’elegiaca To The Masters paga il giusto tributo ai Maestri della musica scomparsi e ha un respiro solenne, un incedere commosso. Speed Limit 50 è una dedica al sassofonista newyorkese Chris Speed, sua l’etichetta che ha prodotto il disco, meno di tre minuti di urticante foga sonora. La conclusiva Not in Toulouse richiama le atmosfere gotiche, scure e oniriche molto amate dal batterista che ne aveva dato ampi saggi con il Leaping Fish Trio e nel disco-capolavoro The Legend of Sleepy Hollow.
La formula scelta da De Rossi è quella del trio, formazione assai amata e declinata nel corso degli anni più volte. Con lui ci sono Giorgio Pacorig al fender rhodes, strumento sul quale non ha rivali, e Francesco Bigoni a sax tenore e clarinetto, che contribuisce anche con due composizioni. Formazione dunque agile ed essenziale che consente ampi spazi e al contempo gioco stretto; un tridente irresistibile. Zeno De Rossi è molto conosciuto come una dei migliori batteristi jazz italiani, uno dei primi a suonare come i colleghi della scena downtown, Joey Baron in testa. Lo è meno come leader e compositore e questo lavoro ne conferma invece l’ampiezza di visione e il gusto sopraffino; qualità indispensabili perché la musica possa staccare le ali da terra come succede in questo magnifico disco.

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