Fausto Barbagli, che ha curato il progetto al Marini facendo migrare i due reperti-animali dalla Specola, è il presidente dell’Associazione nazionale musei scientifici ed è convinto che, nell’immaginario collettivo, squalo e balena risveglino i «concetti di vita e di morte, potenza e vulnerabilità». «Queste due creature - spiega - con la loro silenziosa e imponente presenza nella solenne atmosfera della cripa del museo, ci invitano ad aprire la mente».
È per questo, allora, che sono stati scelti - fra tutti gli animali - proprio uno squalo e un capodoglio, simbolici giganti degli abissi, spesso predati dall’uomo in modo indiscriminato?
Si tratta di due reperti iconici che richiamano anche opere di celebri artisti contemporanei e, al contempo, ci invitano a ripensare il rapporto dell’uomo col pianeta, tra passato e futuro, tra estinzione e salvezza. Al di là dei ruoli incarnati nella cultura e nel mito, questi esseri sono emblemi di una biodiversità da proteggere e preservare, in un’era in cui l’impatto umano ha portato alla definizione di antropocene.
Crede che oggi, alla luce dei disastri ambientali di cui siamo protagonisti, un museo naturale debba modificare i suoi obiettivi? E cosa potrebbe trasmettere alle nuove generazioni?
I musei di storia naturale hanno percorso la strada di quel cambiamento ormai da molto tempo, orientando la loro azione alla documentazione e alla difesa della terra e della sua biodiversità. Inoltre, anche attraverso la promozione della cittadinanza attiva, sono protagonisti fondamentali della salvaguardia del pianeta.
Alle nuove generazioni i musei è opportuno che trasmettano innanzitutto consapevolezza, aiutando a superare sensazioni e percezioni, elaborando idonee risposte comportamentali di fronte ai problemi e alle scelte dell’umanità.
La convivenza fra le specie e l’antispecismo come approccio filosofico all’esistenza sono temi poco trattati nell’educazione scolastica. Come si può ovviare, secondo lei, a questa lacuna?
Anche in questo campo, i musei rivestono già da tempo un ruolo fondamentale attraverso i loro servizi educativi che offrono la possibilità di integrare la didattica scolastica nello sviluppo dei soggetti specifici. Con la loro sensibilità per i temi della sostenibilità in campo ambientale, ma anche sociale, economico e culturale, i musei naturali permettono di sviluppare esperienze e relazioni che affiancano l’insegnamento e così possono contribuire, in maniera determinante, allo sviluppo e alla crescita delle nuove generazioni.
A. DI GE.