VISIONI

Il Cirque du Soleil fa bancarotta per ripartire più snello

SOTTO IL TENDONE
ARIANNA DI GENOVA canada

Il grande franchising del divertimento, il canadese Cirque du Soleil (spettacoli sgargianti basati solo sul corpo, le giocolerie, la disciplina acrobatica e la danza, senza mai l’utilizzo di animali addestrati) è stato messo in ginocchio dal Covid - pur se già precedentemente versava in stato di crisi. La cancellazione dei suoi costosissimi show in giro per il globo e quindi i mancati introiti hanno fatto salire in maniera insostenibile il suo debito. Così, il management è stato costretto a ricorrere a una specie di bancarotta controllata.
L’operazione per la salvezza prevede la richiesta di un investimento di 300 milioni di dollari da parte degli azionisti: in cambio della cancellazione del debito, i creditori riceveranno il 45% della proprietà della nuova società. Uno scenario però giudicato assai improbabile, di difficile accettazione, mentre sul tavolo delle trattative ci si aspetta dai creditori una controfferta per il 10 luglio.
Nel frattempo, lo chapiteau più famoso al mondo ha perso il 95% della sua forza lavoro, licenziando quasi cinquemila persone. La situazione - già non rosea - è precipitata dal 19 marzo scorso, quando il Cirque du Soleil ha dovuto rinunciare a 44 sue produzioni, per rispettare il lockdown. Al momento, può contare su un solo spettacolo dal vivo, allestito in Cina, come ha affermato il suo presidente e Ceo Daniel Lamarre.
La crisi che ha colpito questo blockbuster circense è stata accelerata da una serie di acquisizioni, che hanno fatto sì che i suoi spettacoli si diversificassero, ma ha anche accresciuto l’indebitamento. L’ultima «entrata» risale all’anno scorso: la Works Entertainment con i suoi maghi illusionisti.
Il Cirque du Soleil , nato nel 1984 in Québec da un’idea del mangiafuoco e trampoliere Guy Laliberté, allora solo 23enne e dai soldi di un miliardario conosciuto a Las Vegas - l’anno scorso Laliberté è stato anche al centro di un caso giudiziario per la sua coltivazione di marijuana in Polinesia - conterebbe di uscire dall’impasse con una struttura più snella, prevedendo inizialmente solo mille dipendenti. E se l’epidemia non avrà brusche impennate in autunno, gli spettacoli itineranti potrebbero tornare nel 2021. In Italia, nel 2018-19 aveva girato il suo Toruk, ispirato (e autorizzato pure dal regista) all’Avatar di James Cameron. Sul pianeta Pandora volteggiavano circa quaranta performer raccontando ciò che stava minacciosamente per accadere al popolo «blu». Il titolo rimandava a un animale fantastico, il Leonopteryx, chiamato Toruk, un drago manovrato in scena da sei persone-burattinai e da dispositivi meccanici.
a. di ge.

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