POLITICA

Csm, il Colle spinge la riforma. Ma il centrodestra non ci sta

L'invito del presidente Mattarella perché governo e parlamento facciano presto. Il ministro Bonafede presenterà la bozza alle opposizioni, ai magistrati dell'Anm e agli avvocati. Ma il centrodestra rilancia il sorteggio per la componente togata
DOMENICO CIRILLOITALIA/ROMA

Dovrebbe essere la prossima la settimana buona per portare il testo della riforma del Consiglio superiore della magistratura in Consiglio dei ministri. Alle speranze del ministro Bonafede ha dato una bella spinta la nota - molto dura - del Quirinale venerdì. Oltre al «grave sconcerto» e alla «riprovazione» per «la degenerazione del sistema correntizio e l’inammissibile commistione fra politici e magistrati», il presidente della Repubblica ha detto chiaramente che «se i partiti politici e i gruppi parlamentari» vogliono veramente girare pagina, allora «è necessario che predispongano e approvino in parlamento una legge» di riforma del Csm. Il presidente non ha mancato di notare che questo compito è affidato «al governo e al parlamento».
Il governo dunque si muove, con il ministro della giustizia che appena dieci giorni fa è stato sul punto di essere sfiduciato da un partito della coalizione (Italia viva). Ma la situazione di vera e propria emergenza provocata dalla nuova ondata di colloqui riservati tra toghe, confermata e alimentata da parole tanto nette del capo dello stato, è servita a compattare la maggioranza. Tradizionalmente divisi sulla giustizia, i partiti della compagine giallo-rossa dopo due pomeriggi di confronto sono già arrivati a un «sostanziale accordo» sulla riforma. Non c’è ancora un testo, se non la serie di articoli che erano stati messi da parte a febbraio, togliendoli dal disegno di legge delega sulla riforma del processo penale. Dal confronto di mercoledì e giovedì scorsi in via Arenula è uscita l’esigenza di integrarli prevedendo una stretta sul versante della giurisdizione interna alla magistratura, si parla anche di una «autorità indipendente» da affiancare alla sezione disciplinare del Consiglio superiore. Altre novità dovrebbero rendere più rigorose le valutazioni di professionalità, ancorandole a criteri il più possibile oggettivi (come gli indici di produttività degli uffici giudiziari). E ancora si dovrebbe alzare il muro - che c’è già, ma è molto basso - tra la carriera in magistratura e la candidatura in politica, anche a livello comunale. Infine per le toghe si allungherà il periodo di intervallo necessario tra la fine del collocamento fuori ruolo e la possibilità di accedere a incarichi direttivi. Non si tratta insomma di una rivoluzione, non c’è per esempio una vera attuazione del principio di temporaneità degli incarichi direttivi (che restano temporanei solo nello stesso ufficio) né un freno definitivo alla moltiplicazione degli incarichi fuori ruolo.
Molte speranze nella lotta al «correntismo», che talvolta negli attacchi di qualche esponente politico diventa guerra alle correnti, sono ancora riposte nella nuova legge elettorale per la componente togata del Csm. Come già era accaduto con l’ultima e la penultima riforma del sistema di voto, che però non avevano prodotto i risultati auspicati. Ieri la presidente del senato Maria Elisabetta Casellati, esponente della frontiera tra Forza Italia e la Lega e lei stessa ex componente laica del Csm, in un’intervista al Corriere della Sera è tornata a proporre il sorteggio come sistema di selezione ideale per i candidati. Un’idea comune nel centrodestra che era stata anche del ministro Bonafede in una prima fase. Ma che il Pd e Leu, assieme alla magistratura associata, avevano convinto i 5 Stelle ad abbandonare. Il sistema di voto già previsto a febbraio e confermato nei colloqui di maggioranza a metà settimana prevede la moltiplicazione dei collegi: da un collegio nazionale - anzi, tre ma divisi per funzioni: magistrati di legittimità, pm e giudici - si passerà a 19 collegi (in pratica uno per regione) dove tutte le toghe eleggeranno un candidato al primo turno (se supererà la maggioranza assoluta) o al ballottaggio.
Nei prossimi giorni il ministro Bonafede incontrerà le opposizioni e poi presidente e segretario dell’Anm - la giunta è in crisi ma ancora in carica fino alle elezioni previste in autunno. Dovrebbe incontrare anche i rappresentanti degli avvocati, visto che la riforma prevede un loro peso maggiore nei consigli giudiziari.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it