POLITICA

Landini: «Legalità a rischio dalla sospensione del codice appalti»

DECRETO «SEMPLIFICAZIONI», PER CONTE LA «MADRE DI TUTTE LE RIFORME»
MARIO PIERROITALIA

La «madre di tutte le riforme», il «piano choc» sugli appalti annunciato «entro due settimane» dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, le pressioni dei Cinque Stelle e Italia Viva per sospendere il codice degli appalti sul «modello Genova» per il Ponte Morandi preoccupano la Cgil. «Non si può andare all’allargamento dei subappalti senza più limiti come qualcuno chiede – ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso di una diretta su Collettiva, il nuovo sito di informazione del sindacato di Corso d’Italia - Tanto più che sono in arrivo per gli investimenti una quantità di soldi mai visti dallo stato e dall’Europa, e che quindi c’è un rischio di infiltrazioni mafiose».
Quando la propaganda pentastellata-renziana, alleati sugli appalti come sulla meritocrazia delle crocette nel concorso scuola, parla di Modello «Genova» allude alla deroga di tutte le leggi e alla definizione di un regime commissariale a cui sono affidati tutti i poteri. «Il Modello Genova non è facilmente riproponibile nella Fase 2 post-virus – ha risposto Landini - Anche se il commissario aveva pieni poteri, ha scelto di fare accordi con i sindacati sulla sicurezza e accordi con l’Anac» per controllare eventuali infiltrazioni della criminalità.
Il nodo finanziamenti-deroghe a tutto-corruzione e criminalità caratterizza, e caratterizzerà sempre di più, il capitalismo dei disastri che trarrà nuovi profitti dai fondi per la «ripresa» post-virus. I primi segnali di allarme sono stati inviati da Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil che, già l’anno scorso di questi tempi, si erano mobilitati contro analoghe tentazioni sull’allora decreto «sblocca cantieri» voluto dal governo legastellato Conte 1. Il segretario della Fillea Cgil Alessandro Genovesi ha detto in un’intervista a Il Manifesto che sono pronti allo sciopero. In un incontro con la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli si sono trovati d’accordo nel dire «No» al modello Genova. Lo «stato di emergenza» è già regolato dal codice degli appalti e, per i sindacati, può essere prorogato al 31 dicembre, e non oltre. Negli ultimi mesi del 2019, dunque con il nuovo governo, le aggiudicazioni sono crescite del 34% e le gare del 26%. Dunque, il codice degli appalti funziona. E i commissari vanno fatti solo «per opere altamente complesse e con alto grado di contenzioso con obbligo di accordo sindacale e il controllo dell’Anac». La richiesta è un concorso pubblico urgente per almeno 10 mila tecnici, ingegneri, geometri, falcidiati da anni di turn-over e l’attuazione delle leggi contro il lavoro nero ed irregolare, condizione per avere incentivi come l’ecobonus o il sisma bonus.
In una coalizione dove il tasso di litigiosità cresce man mano che cala il livello dell’allarme contro la diffusione del virus Pd e LeU si trovano contrapposti ai Cinque stelle e ai renziani. Lo scontro che si prepara sul «decreto semplificazioni», sarà più esteso degli appalti, è in realtà sulla gradazione dell’emergenza e sul modo più o meno eccezionale in cui le norme dovrebbero agevolare il finanziamento alle imprese considerate lo strumento per «accelerare» disperatamente la «crescita» in un’economia che crolla, aumentando il rischio fallimenti.
Si è così definita una continuità tra De Micheli e l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), i costruttori dell’Ance e i sindacati. Ma il gioco delle parti ha spaccato anche il ministero dove De Micheli dice «No» al «modello Genova», protende per un’interpretazione «a tempo» dello stato di emergenza e una «semplificazione» degli appalti sotto i cinque milioni di euro. Il suo viceministro Cancelleri dei Cinque Stelle agisce come il plenipotenziario alternativo su tutti i dossier e vuole un super-stato di emergenza. Il ministero lato Pd sostiene di avere un piano tra i 15 e i 20 miliardi per 27 opere entro il prossimo anno, addirittura 196 miliardi, per opere realizzate o da realizzare nei prossimi 15 anni. Quello lato Cinque Stelle ha presentato una proposta di legge. Le opere da «sbloccare» restano sempre le stesse, ma c’è sempre qualcuna in più. Tra ferroviarie e stradali sarebbero 1.040, ottanta quelle «sbloccabili» da Rete Ferroviaria Italiana e una ventina da Anas. Di solito il valzer dei fantastiliardi, e i commissariamenti, si concludono con il prolungamento dei cantieri e l’invocazione di un nuovo provvedimento straordinario che prolunga l’emergenza.

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