VISIONI

Tentazioni funk e melodia nell'abecedario di Ghemon

«Il mio viaggio è andato in parallelo con rinnovate consapevolezze»
CECILIA ERMINIITALIA

«Se le limitazioni ci tengono lontani, il minimo che io possa fare è rispondere in modo creativo» Così Ghemon ha iniziato a raccontare, e a raccontarsi, in occasione dell’uscita del suo ultimo album, Scritto nelle stelle (Carosello Records), pubblicato – nonostante la crisi che ha colpito il settore musicale in epoca pandemia – in formato fisico e digitale. «È una scelta certamente coraggiosa ma ero fortemente motivato per due motivi - spiega - il primo è per chi ha lavorato con me in questo album e il secondo è per i fan. Si sono fatti sentire tanto in queste settimane e avevano il forte desiderio di ascoltare il disco. Non potevo immaginare che sarebbe scoppiata una cosa simile. Stavamo già preparando il tour ma Scritto nelle stelle rappresenta un percorso lungo più di un anno iniziato a Sanremo nel 2019 con Rose viola. Insomma andava onorato».
LE LIMITAZIONI previste dall’emergenza sanitaria hanno di conseguenza modificato anche la consueta pratica dell’incontro coi fan attraverso eventi instore. Un ostacolo aggirato dal lancio di un instore digitale per tutti quelli che acquisteranno il disco «Non ero molto avvezzo ai social prima dello scoppio della pandemia. Ora sento la necessità di andare incontro alle persone. Non avevo mai fatto dirette Instagram, ero sempre poco presente perché lo consideravo uno strumento per fare il pieno di cuori o emoticon. Poi ho capito la potenzialità di avere un megafono e mi ci sono buttato». Il disco – che come i lavori precedenti vede alla produzione Tommaso Colliva – sembra essere la quadratura del cerchio delle diverse influenze che compongono l’anima musicale di Ghemon. Melodie funky, tentazioni e influenze r’n’b e suoni che sembrano provenire dritte dritte da tesori musicali black come Marvin Gaye e George Duke. Il tutto unito all’eredità melodica prettamente di scuola italiana.
UN PASTICHE riuscitissimo nel quale, con grande piacere, fa capolino nuovamente il rap, imprinting musicale del cantautore di Avellino: «Sento di aver raggiunto un punto di svolta come cantante. Ho deciso di far parlare la melodia quando le mie origini, sappiamo, sono squisitamente rap» prosegue Ghemon «È stato un viaggio che è andato in parallelo con alcune parti di me, con delle nuove consapevolezze. Finalmente mi rende libero, non penso più ai miei bisogni di riconoscimento perché queste mie due sostanze vitali, il rap e la melodia, si sono finalmente equilibrate».
IL SINGOLO che sta lanciando l’album in questi giorni è Buona stella, un inno al riconoscere la felicità anche nelle sfide quotidiane, sorretto da fiati soul, da un piano Rhodes e un’armonica che richiama il miglior Stevie Wonder «La canzone parla di come oggi riesco a sorridere ai casini della vita. Non è un pezzo scanzonato senza motivo insomma. Penso che rifletta bene tutto il nuovo album. È necessario provare a sbagliare. Avevo l’esigenza di raccontare una quotidianità diversa, di mostrarmi anche nell’intimo di una vita che porta sia gioia che riflessione. Con la speranza di essere musicalmente intenso».
Nel video – girato insieme ad amici e familiari fra le mura domestiche – appare anche Teresa De Sio «Prima di tutto è un’amica. Ci siamo incontrati due anni fa al concerto del 1 maggio organizzato a Taranto. Teresa da allora mi è stata sempre vicina e ha subito compreso la mia esigenza di versatilità musicale. Caratteristica che fa parte anche di lei, insieme alla sua gioia e alla sua energia».

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