ECONOMIA

Oggi il varo dell’ultima campata, Genova saluta il nuovo ponte

IL GOVERNATORE TOTI CAVALCA L’OPERA E SPINGE PER ALLENTARE LE LIMITAZIONI
GIULIA MIETTAitalia/genova

I genovesi, fino a qualche mese fa, se lo sarebbero immaginati molto diversamente il momento in cui il ponte, ultimato almeno nella sua struttura portante, sarebbe tornato a ricucire la città. Le limitazioni dovute all’emergenza Coronavirus impongono una cerimonia ristretta, più sobria ancora di quanto non avrebbe imposto il pudore nei confronti delle 43 vittime di ponte Morandi.
La campata tra le pile 11 e 12, sulla sponda sinistra del torrente Polcevera, è stata sollevata lentamente per tutta la notte. Nel momento in cui sarà in quota le sirene del cantiere e quelle delle navi in porto, poco distanti, suoneranno insieme, per salutare un momento, per certi versi, atteso dal 14 agosto 2018. Sul posto ci saranno il premier Giuseppe Conte, la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, il presidente della Regione Giovanni Toti il sindaco e commissario per l’opera Marco Bucci e i vertici di Fincantieri, Salini Impregilo e del consorzio PerGenova. Il ponte modello per l’Italia e per l’Europa, simbolo del Paese che ce la fa «bene e nei tempi giusti» come ha tante volte ripetuto lo stesso Bucci, ma che ha saputo rallentare quando era necessario farlo. Un anno fa, quando la presenza di fibre di amianto all’interno dei monconi del vecchio Morandi impose una serie di misure e interventi aggiuntivi e molto complicati per la demolizione. Un mese fa, quando uno degli operai è risultato positivo al Coronavirus e dopo che le maestranze della Cossi (una delle principali aziende in subappalto) sono volute tornare a casa in Lombardia, le lavorazioni hanno diminuito il ritmo per applicare un protocollo di sicurezza che, finora, è riuscito a evitare ulteriori contagi. Perché “tempi giusti” non significa fretta. Quella di cui, nelle stesse ore, viene accusata la giunta regionale ligure, impegnata come altre in una pericolosa quanto illegittima fuga in avanti rispetto all’allentamento delle limitazioni dovute all’emergenza pandemica. Domenica sera, 24 ore prima dell’ultimo annuncio di Conte, il governatore Toti ha firmato l’ordinanza che qualcuno ha ribattezzato “del cavallo”, poiché tra le novità introdotte comprende quella di poter passeggiare a cavallo senza limitazioni. Nelle settimane passate, sempre la Regione Liguria, aveva diramato un’altra ordinanza che apriva alle manutenzioni degli stabilimenti balneari e dei piccoli cantieri edili. La Liguria “che non si ferma mai”, tutto un territorio che va spedito come il cantiere del ponte, grazie a «poteri straordinari» e burocrazie dimezzate, è stata una delle narrazioni più utilizzate da Giovanni Toti, anche per supportare la fase 2 “autonoma”.
Anche ieri pomeriggio, quando l’impalcato ancora era a mezz’aria: «Penso che tutto questo possa diventare un esempio di come deve ripartire il Paese, con il coraggio della politica di prendersi delle responsabilità e decidere di cambiare con regole più semplici e nuove».
In effetti, nonostante gli oltre tre mesi di ritardo rispetto ai primi programmi - al momento si parla di inaugurazione vera e propria tra il 15 e il 30 luglio - il cantiere del viadotto, infrastruttura commissariata, può vantare tempistiche mai viste in Italia dai tempi del dopoguerra: il 3 aprile 2019 il “palo pilota”, primo intervento di ricostruzione, il 25 giugno la prima gettata di calcestruzzo, il 1 ottobre il varo della prima campata da 50 metri, il 10 marzo quello della più “spettacolare” delle tre campate da 100 metri di lunghezza, a scavalcare il Polcevera. Dopo il sollevamento di oggi ci sarà bisogno di altri due mesi e mezzo di lavoro, tra solettatura, impianti esterni e interni - il viadotto sarà autosufficiente da un punto di vista energetico - asfaltatura, rifiniture e collaudi.

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