VISIONI

Paolo Franchi, lo sdegno e la solitudine nelle case di Bergamo

Parla il regista di «Dove non ho mai abitato», residente nella città lombarda più colpita dal coronavirus
GIOVANNA BRANCAITALIA/bergamo

Dove non ho mai abitato, il suo film più recente, è uscito nel 2017. Regista e sceneggiatore, Paolo Franchi racconta di stare lavorando in questi giorni al suo prossimo film, e a un progetto indipendente ambientato a Los Angeles di cui sarà coregista. Lo abbiamo raggiunto al telefono - nella sua casa di Bergamo - per farci raccontare la crisi attraversata dalla città lombarda: la più colpita dal coronavirus.
Come si può raccontare ciò che sta accadendo a Bergamo?
La situazione è terribile, tutti noi conosciamo persone che sono state in terapia intensiva, che sono morte. Sembra di stare in una vera e propria guerra con un nemico invisibile. Sostenuto però da nemici visibili. Perché tutto questo purtroppo lo sapevamo, noi di Bergamo, già dal 23 febbraio: è la triste storia dell'ospedale di Alzano Lombardo, che era completamente infetto e il cui pronto soccorso è stato chiuso e poi riaperto. Era un fatto di pubblico dominio. Ma il sindaco Giorgio Gori invitava, fino al 5 marzo, le persone a uscire a fare shopping, andare nei ristoranti. I medici però erano già allarmatissimi a metà febbraio, e Alzano Lombardo è a due soli km da Bergamo. «Sparare sulla croce rossa», e cioè sulla Lega, è fin troppo facile. Ma ciò che mi indigna, da persona di sinistra, è che questa parte politica non c’è più: se un sindaco che dovrebbe essere di sinistra pensa solo ad una amministrazione manageriale, la sinistra si può dire finita. Ciò che si respira adesso a Bergamo è paura, solitudine e soprattutto sdegno verso chi ci amministra, anche per la strumentalizzazione del dolore che è stata fatta. I cittadini - magari famiglie con persone malate, o che hanno subito delle perdite - ricevono delle chiamate con voce registrata del sindaco che augura buona Pasqua, o dà indicazioni sui numeri da chiamare. Cose senza pudore, senza senso del cattivo gusto.
L’errore di esortare la gente a uscire è stato però fatto da tutti.
È vero, ma Gori abitava a Bergamo. Era sul luogo: è ingiustificabile.
Una grande responsabilità è stata e continua ad essere anche delle industrie.
Confindustria di Bergamo ha anch’essa delle gravissime responsabilità. C’è addirittura uno spot pubblicitario che ha circolato a fine febbraio, rivolto all’estero, in cui si diceva che la situazione era sotto controllo, che erano state prese tutte le precauzioni e che si trattava di poco più di un'influenza. E intanto Alzano e Nembro, i due paesi epicentro dell'epidemia, non sono mai stati fatti zona rossa. È impossibile al momento trarre conclusioni, ma è plausibile sospettare che ci siano state delle pressioni da parte di chi aveva degli interessi economici in gioco: ci sono tantissime realtà industriali in quella zona. E ho saputo che a molti dipendenti di aziende del posto è stato detto di organizzarsi, con mascherine e guanti, addirittura prima della chiusura dell'ospedale di Alzano. Ma se era così grave da mettere in guardia i propri dipendenti, come mai non è stata chiusa quella zona? E adesso le industrie continuano a far lavorare le persone mettendo a rischio la loro salute. Spero che la magistratura chiarirà le responsabilità, anche all'interno delle direzioni sanitarie - che non sono i medici o gli infermieri: persone che invece hanno messo a rischio la propria vita, e continuano a farlo tutti i giorni, per aiutare gli altri. Guardando queste persone si riesce a vedere con ottimismo un'umanità diversa, non mossa dal potere e dal capitale.
Cosa pensa della crisi che sta investendo il mondo del cinema?
La mia paura è che finché non si troverà un vaccino la situazione continuerà a rimanere ferma. Perché allo stato attuale è impossibile anche solo girare un film. Ma ora - forse perché vivo nell'epicentro di questa crisi - mi sembrano cose secondarie a cui pensare. Si parla tanto ad esempio di Cannes: ci sarà? Non ci sarà? Alle volte quando leggo ciò che dice il direttore del Festival mi pare che lì non abbiano ben chiaro cosa stia succedendo. Temo però per i cinema: le sale erano molto in difficoltà anche prima, e ho paura che dopo questo lungo periodo di chiusura molte non riusciranno più ad aprire.
Cosa si auspica per il futuro?
Spero che quanto sta accadendo sortisca perlomeno l'effetto di eliminare, in quella che dovrebbe essere la sinistra, questa gestione manageriale della cosa pubblica. La politica non coincide con l'amministrazione di un'azienda. Bisogna anche combattere contro la totale mancanza di rispetto per l'ecologia. La Lombardia, Bergamo in particolare, è fra le zone più inquinate al mondo. Quando era sindaco Tentorio ero indignato da come la città veniva gestita, a partire dalla mancanza dei treni e dall'incentivo a utilizzare le macchine, aumentando il traffico, l'inquinamento. Con l'attuale gestione nulla è cambiato. Stiamo maltrattando il pianeta. Ma spero nei più giovani, che questa tragica esperienza possa rinverdire sentimenti in disuso come quelli della comunità e del bene comune reale, e anche dell'ideologia di cui si è tanto parlato male – ma ora c'è solo marketing, qualcosa di squallido e arido, che ha creato ciò che vediamo: un accumulo di denaro nelle mani di pochi e una povertà sempre più dilagante.

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