SOCIETA

Il Consiglio europeo per la ricerca a Ferrari: «Sfiduciato da noi»

LE DIMISSIONI DEL DIRETTORE
LUCA TANCREDI BARONEeuropa

L’organismo più prestigioso che finanzia la ricerca europea, l’Erc (European Research Council) è al centro di un’inedita tempesta. Il suo direttore, Mauro Ferrari, si è dimesso martedì dopo soli tre mesi alla guida di una istituzione rispettata e che ha ottenuto un finanziamento di 16,6 miliardi di euro tra il 2021 e il 2027. Era il primo italiano che occupava questa posizione. In una lettera pubblicata dal Financial Times e ripubblicata ieri dal Corriere della sera, Ferrari – un brillante ricercatore che ha spaziato dalla matematica alla medicina, considerato uno dei fondatori della nanoscienza e che lavora da anni negli Stati Uniti – lamentava che le «motivazioni ideali» di una «scienza al servizio della società» sono state «schiacciate» da una «realtà ben diversa». Ferrari in sostanza sostiene di «aver perso la fede nel sistema» che per lui è troppo burocratico e che non ha saputo abbandonare la visione «bottom-up» (dal basso verso l’alto): la sua proposta di coordinare gli sforzi per combattere il Coronavirus con un grande progetto guidato dall’Erc ha incontrato unanime rigetto da parte degli altri 19 membri del Consiglio scientifico dell’ente. Che ieri hanno diffuso una nota dal tono inusualmente aspro sottolineando come il presidente fosse stato sfiduciato dal consiglio il 27 marzo.
La nota risponde alla polemica (la prima nella storia di un ente che gode della fiducia di ricercatrici e ricercatori europei) elencando i quattro motivi di peso che hanno reso Ferrari incompatibile con la posizione: la sua mancanza di comprensione degli obiettivi e ragione d’essere dell’Erc, un ente che basa il suo approccio sul finanziamento delle ricerche d’eccellenza proposte dagli stessi ricercatori, «un modo cruciale di generare buona scienza», scrivono; la sua assenza in molti incontri importanti per essere rimasto negli Stati Uniti; le sue iniziative a titolo personale (come il contatto con la presidente Ursula von der Leyen) per promuovere le sue idee senza consultare il Consiglio; e infine i suoi eccessivi impegni con aziende e accademie statunitensi (come la Arrowhead Pharmaceuticals di cui è dirigente) «che si sono dimostrati incompatibili» con i suoi doveri di presidente Erc.
Secondo Paola Bovolenta, neurobiologa del Centro de Biología Molecular Severo Ochoa di Madrid e membro del Consiglio scientifico dell’Erc, Ferrari «non ha capito che ruolo decisivo ha giocato l’Erc per potenziare la ricerca europea». L’altro italiano nel Consiglio, Fabio Zwirner, fisico teorico dell’Università di Padova, parla di «scelta dolorosissima soprattutto in un momento così grave per l’economia, la società e la coesione europea, ma necessaria per evitare danni maggiori». «Il presidente dell’Erc è solo il portavoce del Consiglio scientifico - ha spiegato - Ci sono 50 progetti Erc in corso sul Coronavirus, l’Erc è solo uno dei programmi europei per la ricerca e l’innovazione, con un budget pari a circa il 17% di Horizon2020».
L. T. B

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