INTERNAZIONALE

Dibattito dem «bianco» e senza Trump

LA CAMERA INVIA L’IMPEACHMENT AL SENATO
MARINA CATUCCIusa/iowa

Il settimo e ultimo dibattito per le primarie democratiche si è svolto proprio a Des Moines in Iowa, dove il 3 febbraio cominceranno le primarie, confermando che la sfida interna al partito potrebbe andare avanti ancora per mesi senza un candidato davvero forte. Nessuno ha davvero vinto o perso, anche se Joe Biden, Elizabeth Warren e Bernie Sanders, pur senza brillare, hanno distanziato Amy Klobuchar, Pete Buttigieg e Tom Steyer.
AL CENTRO DELL’ATTENZIONE è stato il primo scontro tra i due sinistrorsi Warren e Sanders. Il duo progressista aveva sempre osservato un patto di non aggressione, fino a un paio di settimane fa. Prima i supporter di Sanders hanno ripetutamente attaccato Warren accusandola di parlare solo all’élite e non alla classe lavoratrice senza che Sanders li fermasse, poi Warren ha replicato dicendo che Sanders aveva affermato che una donna non potrebbe vincere le elezioni.
Nessuno dei due è sembrato in vena di riprendere la lotta sul palco, ma a fine dibattito Warren si è rifiutata di stringere la mano a Sanders con cui ha visibilmente battibeccato.
I principali temi affrontati sono stati la politica estera in Medio Oriente e la sanità. Se nel primo caso sono tutti d’accordo al ritiro delle truppe e a ristabilire un equilibrio più stabile con l’Iran, per la sanità lo spartiacque resta tra chi rafforzerebbe l’Obamacare (Biden, Buttiggieg e Klobuchar) e chi costituirebbe una sanità statale di tipo europeo, accessibile a tutti (Sanders e Warren).
L’UNICA AD AVER dettagliato il piano sanitario statale è Elizabeth Warren, che a causa di ciò ha perso anche alcuni consensi bianchi senza per altro riuscire a sfondare nell’elettorato ispanico e afroamericano.
Questo è il grande problema di queste primarie: il partito più cromaticamente disomogeneo ha prodotto solo candidati bianchi. E in questo dibattito non si è mai toccata la questione razziale: è stato un dibattito di bianchi, con temi da bianchi, eppure senza il voto delle minoranze le possibilità dei Dem di vincere le elezioni calano notevolmente. La mancanza di un candidato unitario, capace di attrarre l’elettorato moderato e socialista, bianchi e non, è sempre più evidente e questo fa il gioco di Trump.
Altro argomento a non essere toccato è stato l’impeachment, entrato ora nella nuova fase, quella del processo al Senato. A poche ore dalla fine del dibattito la speaker della Camera Nancy Pelosi ha annunciato i nomi dei membri del Congresso che condurranno il processo nei confronti di Trump in Senato.
LA CAMERA HA VOTATO per inviare al Senato i due articoli di impeachment e avviare il terzo processo di messa in stato di accusa del presidente della storia americana. Si sono così poste le basi per quello che promette di essere un processo di impeachment partigiano, che ha già portato ad aspre divisioni in un Senato normalmente stabile e che ha il potenziale di definire l’eredità di Trump, alimentare la polarizzazione politica e iniettare nuove incertezze nei risultati delle elezioni del 2020.

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