VISIONI

«Complimenti a quegli uomini», le polemiche per le nomination

OSCAR 2020
GIOVANNA BRANCA usa/los angeles

«Si parla sempre del fatto che devono esserci più registe, ma le donne devono entrare a far parte in modo più organico in tutte le ‘forme’ del cinema: dai comitati di selezione dei Festival alla tecnica del suono» - lo aveva detto Agnés Varda in uno dei suoi ultimi incontri con il pubblico, lo scorso febbraio a Berlino, in occasione della presentazione di Varda par Agnès. Le sue parole sono quanto mai calzanti all’indomani delle nomination agli Oscar 2020, quando infuria la polemica per l’assenza di donne dai premi principali, con l’eccezione di Piccole donne di Greta Gerwig - non candidata però alla miglior regia. Ed esclusa anche la categoria documentari, in cui quattro titoli sui cinque nominati sono diretti o codiretti da una donna: American Factory di Steven Bognar e Julia Reichert, For Sama di Waad Al-Kateab, The Edge of Democracy di Petra Costa, Honeyland di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov.
Ma fra i premi principali - anche quelli al miglior film straniero, dove ad esempio Ladj Ly (I miserabili) è stato preferito a Mati Diop (Atlantique) - erano entrambi in concorso allo scorso Festival di Cannes - l’unico nome femminile è quello di Greta Gerwig.
«CONGRATULAZIONI a quegli uomini», ha infatti osservato sarcastica l’attrice Issa Rae durante la lettura in diretta delle nomination, dopo aver annunciato la cinquina per la miglior regia. E allo stesso modo sembra caduta nel nulla la campagna #OscarsSoWhite che aveva tenuto banco nel 2016, quando in molti - fra cui Spike Lee - boicottarono la cerimonia dato che per il secondo anno di fila le candidature principali erano andate solo a uomini bianchi. In risposta l’Academy aveva rivisto la propria membership, allargandola e cercando di renderla più inclusiva. Ma nel 2020, dopo #MeToo e #OscarsSoWhite, la situazione non sembra cambiata di molto: Cynthia Erivo (con Harriet di Kasi Lemmons) è l’unica candidata non bianca fra i migliori attori.
L’inclusività che si chiede agli Oscar, e non solo, si scontra però con un mondo in cui - come notava Varda - a mancare ancora sono proprio le pari opportunità. In cui maschilismo e razzismo non sono solo ai vertici del sistema - i premi dell’Academy - ma partono dalle sue radici.
G.Br.

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