EUROPA

Malta, il nuovo premier giura a porte chiuse

NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ
YOUSSEF HASSAN HOLGADOmalta

Porte chiuse ai giornalisti in occasione della cerimonia di giuramento del nuovo primo ministro maltese Robert Abela. Nella giornata di ieri, alla sala degli Ambasciatori del Palazzo Valletta è stata ammessa soltanto l’emittente televisiva statale, per le altre testate è stata riservata una stanza con un mega schermo. Le limitazioni d’accesso alla sala sarebbero dovute, secondo la versione ufficiale, al nuovo piano di ristrutturazione del palazzo. È la prima volta che accade nella recente storia maltese, in un periodo in cui il lavoro della stampa indipendente ha portato alla luce gli scandali che hanno coinvolto il governo di Muscat. Non a caso, Daphne Caruana Galizia è stata assassinata per aver denunciato la corruzione endemica che ha riguardato le figure centrali (Keith Schembri e Konrad Mizzi) del precedente governo laburista.
Non sorprende, dunque, la scelta di ieri, visto che l’avvocato quarantaduenne Robert Abela ha annunciato fin da subito la continuità con il governo precedente: «Abbiamo fatto molto bene negli ultimi sette anni. Cerchiamo di esserne orgogliosi e di continuare a costruirci sopra... Abbiamo ancora molto da fare».
Figlio dell’ex presidente della Repubblica George Abela, il nuovo leader del partito è stato votato da 17.500 elettori laburisti, chiamati a scegliere il loro leader per la prima volta. Una vittoria schiacciante su l’ex vice-premier Chris Fearne che non si è presentato alla cerimonia di giuramento di ieri.
L’endorsement di Muscat non si è fatto attendere: «Sono orgoglioso di dare un passaggio di consegne al dottor Abela e di iniziare a chiamarlo il mio primo ministro, è una delle menti più brillanti che abbia mai incontrato» ha affermato a una radio locale.
Cittadini e membri della società civile che si aspettavano un cambiamento di rotta dal nuovo governo sono rimasti delusi, dopo aver visto il nuovo primo ministro abbracciare Konrad Mizzi sul palco in seguito alla vittoria. Mizzi, ex ministro del Turismo, si è dimesso il mese scorso dopo le accelerazioni che avevano riguardato le indagini sull’assassinio di Caruana Galizia, che lo aveva accusato di corruzione nei suoi ultimi articoli.
Dopo quell’abbraccio sul palco, il leader del partito d’opposizione nazionalista, Adrian Delia, ha chiesto al nuovo premier non soltanto l’immediata espulsione di Mizzi dal partito laburista, ma anche il licenziamento del procuratore generale e del capo della pubblica amministrazione, e la nomina di un nuovo commissario di polizia. Tutte misure ritenute indispensabili per garantire un’indagine imparziale e veloce sull’uccisione della giornalista maltese. Una questione ancora calda che Abela ha preferito non affrontare, limitandosi ad affermare di dover ristabilire lo stato di diritto nell’Isola. «Muscat ha garantito impunità per i corrotti, Abela sta facendo lo stesso abbracciando letteralmente la personificazione della corruzione: Konrad Mizzi», ha commentato al manifesto il figlio della giornalista, Matthew. «Noi vogliamo un cambiamento non la continuità del crimine, della violenza, del nepotismo, degli abusi e dell’incompetenza. Nessuno dei candidati intorno a Muscat può portare ciò, il suo partito deve essere perseguito come una organizzazione criminale».
Tuttavia, le parole con cui Abela ha sdoganato le colpe del governo Muscat suonano superficiali: «Abbiamo fatto degli errori, ma abbiamo imparato da essi e non si ripeteranno. Solo chi non fa nulla non commette errori» ha dichiarato nel suo primo discorso dopo la vittoria.
Abela, eletto parlamentare soltanto nelle ultime elezioni del 2017, rimarrà in carica per altri due anni e mezzo. Nel frattempo, il primo ministro uscente Joseph Muscat ha dichiarato che continuerà a fare politica, questa volta sul piano dei diritti civili, campo in cui Malta si trova molto indietro rispetto agli altri Stati europei.

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