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LE LETTERE

AA. VV.ITALIA

Continuare a farsi male
Ecco, ci risiamo: è inconcepibile che si possa ancora una volta farsi lo sgambetto da soli, e sto parlando della sinistra emiliana, che sembra aver candidato nella lista del presidente uscente tale imprenditore Fagioli, non proprio un operaista, stando al vostro racconto sul «manifesto». E via con la destra che subito cavalca l'incidente di percorso, ergendosi a paladina dei lavoratori "italiani" abbandonati dalla sinistra!
Non conosco il caso da vicino (Fagioli comunque sostiene, sempre nel vostro articolo, di avere dalla sua le sentenze del tribunale), tuttavia una maggiore attenzione alle candidature ci sta sempre, no? Ma perché regalare sempre all'avversario ragioni, più o meno legittime, per dimostrare che la sinistra sbaglia?
Roberto Segala Negrini


Non è un paese per Greta
Siamo un gruppo di genitori dell’Istituito comprensivo di Savignano sul Panaro, in provincia di Modena. Scriviamo a voi come alla stampa locale, per denunciare una brutta sorpresa che abbiamo avuto, il primo giorno di scuola, accompagnando i nostri figli. Davanti alle nostre scuole sono scomparse le macchine colorate per il riciclo della plastica, dopo che per diversi anni sono state un punto di riferimento per i ragazzi. Un progetto chiamato "dea Minerva", portato avanti sfidando il colosso Hera, che ha fruttato diverse migliaia di euro donati alle scuole per la manutenzione. Per anni i bambini hanno appreso cosa è un circuito virtuso. Togliere plastica agli inceneritori, investire il ricavato in opere di rifacimento e manutenzione delle loro aule. Il Pd ha vinto le ultime elezioni per un solo voto e, in modo padronale, ha chiuso brutalmente il progetto. Oggi, sotto le tettoie dei vari compattatori, non c’è nulla. Solo un buco vuoto con sporcizia. Non una riga, non una motivazione scritta che spiegasse ai bambini il perché di questa scomparsa. Il valore educativo di un esempio, specie se ripetuto davanti alle scuole assume un valore che va ben al di là delle nozioni che la scuola impartisce. Le macchine compattatrici se ne stanno ad arrugginire, nascoste come una vergogna, dopo aver mangiato quintali e quintali di plastica. In questi anni, portare ogni mattina, singolarmente, a gruppi, la plastica dentro alla macchina "mangia plastica", era un esempio di insegnamento di vita che i bambini associavano alle scuola (...). Nessuno della nuova amministrazione che abbia sentito il bisogno di mettere la faccia davanti a decine e decine di ragazzini per spiegare come sia possibile che questa abitudine consolidata sia stata accantonata. Si distrugge un esempio virtuoso, che ha ottenuto diversi riconoscimenti per il suo coraggio di comune ecologico ante litteram. In tempo di Greta, qua, si torna mestamente nelle braccia della multiutilty che non ha mai visto di buon occhio questo esperimento. E l’inquinamento aumenta, nella pianura padana, già camera a gas dell’Emilia Romagna (...).
Un gruppo di genitori di Savignano sul Panaro


Salvini a Processo
Non vedo il perché di tante polemiche sulla richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona contestato all'ex ministro degli interni Matteo Salvini. L'imputato stesso ha sempre rivendicato il suo operato come "il bene per il mio Paese", ha sempre detto di essere pronto a farsi processare "cento volte" avendo la coscienza a posto e "il sostegno degli italiani", quindi dovrebbe essere lui a rinunciare ad un eventuale salvataggio da parte del Senato come accadde per il "caso Diciotti".
Mauro Chiostri


Il valore delle Sardine
Come era prevedibile, si levano voci critiche - questo va benissimo - e demolitrici del movimento delle sardine. Io l’ho considerato fin dall’inizio, un invito ad indirizzare la vita verso valori come il rispetto la reciprocità, l’integrazione. Ora, siamo invasi dalle tecnologie in tutti settori della vita, con macchine che sembrano essere concepite non come ausiliatrici dell’uomo, ma sostitutrici e non solo nei lavori pesanti e faticosi. Non cadiamo, però, in una inutile e sciocca tecnofobia, ma valutiamo con spirito critico le potenzialità delle stesse, che, ad esempio, hanno la possibilità di produzione di forme diverse e di consumo, consentono di mettere sù comunità di interesse per cooperare, valorizzare potenzialità di ciascuno. Ma per non diventare definitivamente appendici della macchina è necessaria innanzitutto la consapevolezza di rischi e opportunità in una organizzazione, come la nostra, in cui il lavoro è spesso ridotto a digitare un tasto secondo il comando dell’algoritmo o a lavorare in rete per due soldi in feroce competizione con i lavoratori di paesi in cui il costo del lavoro è più basso. Occorre una vera e propria rivoluzione culturale (...). È infatti fondamentale la relazione tra persone per soddisfare non solo bisogni mercantili, ma anche immateriali. Certamente deve cambiare l’intervento pubblico, devono cambiare le scelte politiche affinché soddisfino diritti universali e rispettino la dignità di tutti gli esseri viventi. E il movimento delle sardine in questo processo, che deve essere guidato da noi esseri umani per non essere travolti da esso, può avere un ruolo importante anche per la trasversalità del movimento stesso, caratteristica preziosa per tentare di "ricomporre" un mondo frammentato, egoista, individualista, naturalmente senza improvvisazioni.
Elisabetta Celestini, Rieti

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