INTERNAZIONALE

Presidenziali in Croazia, oggi si vota. Il rischio di un derby tra le destre

SFIDA TRA GRABAR KITAROVIC (HDZ) E MILANOVIC (SDP)
ALESSANDRA BRIGANTIcroazia

Urne aperte oggi in Croazia dove quasi tre milioni e mezzo di cittadini sono chiamati a scegliere il capo dello Stato in quelle che sono le settime elezioni presidenziali dalla dichiarazione d’indipendenza del Paese, nel 1991. Un voto non decisivo, ma importante per capire le evoluzioni della scena politica nell’ultimo Stato ad aver aderito all’Ue. Un test che arriva in un momento delicato per la Croazia che si appresta ad assumere il semestre di presidenza dell’Ue per la prima volta dal suo ingresso nel club dei quasi 27.
Favorita nella corsa elettorale è la presidente uscente Kolinda Grabar Kitarovic, prima donna eletta alla presidenza croata nel 2015. La sua rielezione, sostenuta dal partito di governo, i nazional-conservatori dell’Unione democratica Croata (Hdz), era data inizialmente per scontata. Per l’ex ministra degli Esteri ed ex segretaria aggiunta della Nato, la campagna elettorale è stata invece tutta in salita. A compromettere le sue chance di vittoria è stata in parte la sua stessa performance, costellata di gaffe a cui Grabar Kitarovic è peraltro avvezza. A rendere più incerta la sua rielezione è però la candidatura dell’ex cantante pop Miroslav Skoro, proveniente dalle fila dell’Hdz, che pesca voti soprattutto nel bacino elettorale di Grabar Kitarovic.
Il «patriota», come suole definirsi Skoro, sta in realtà mettendo in seria difficoltà anche Zoran Milanovic, sostenuto dai socialdemocratici dell’Sdp. L’ex premier di sinistra è dato in leggero svantaggio rispetto alla presidente uscente, rispettivamente al 25 e al 26%. Segue, in rimonta, l’outsider di destra Skoro che si piazza al terzo posto con il 20% delle preferenze. Una prima sorpresa quindi potrebbe arrivare già al primo turno. Non sono pochi gli analisti che prefigurano al ballottaggio una sorta di «derby tra destre», tra Grabar Kitarovic e Skoro. Una sfida che tra l’altro vedrebbe in vantaggio il candidato indipendente per cui, stando ai sondaggi, voterebbe il 60% dei sostenitori dell’Sdp.
L’eventuale derby tra destre sarebbe una svolta significativa in un Paese come la Croazia in cui il bipolarismo ha sostanzialmente retto negli ultimi anni. Una svolta che indicherebbe uno spostamento a destra dell’elettorato su posizioni venate da un crescente sentimento anti-establishment da cui la Croazia era rimasta immune finora. Il che non sorprende se si considera che l’ingresso in Europa nel 2013 non ha portato i vantaggi attesi, tanto che i croati continuano a emigrare in massa dal Paese verso gli Stati dell’Europa occidentale.
La campagna elettorale è stata caratterizzata da forti toni populisti e nazionalisti che hanno spesso fatto riferimento alle guerre nei Balcani degli anni Novanta. Grabar Kitarovic è arrivata ad esempio a riabilitare e omaggiare la figura del generale croato Slobodan Praljak, suicidatosi alla lettura delle sentenza di condanna del Tribunale per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia. A questo ha fatto eco la proposta di Skoro di graziare il criminale di guerra Tomislav Mercep. Un braccio di ferro dal sapore nazionalista a cui Milanovic si è sottratto, promettendo al contrario un ritorno alla normalità. Ma la strategia del candidato socialista non sembra pagare in termini elettorali. Milanovic ha infatti ben poche chance di vincere al ballottaggio in programma il 5 gennaio, ammesso che riesca a passare il primo turno.
Contraccolpi sul governo quindi si potrebbero avere se fosse Sorko a imporsi nella corsa presidenziale. Il governo di destra di Andrej Plenkovic ne uscirebbe indebolito proprio al debutto della Croazia alla presidenza del Consiglio dell’Ue. Un appuntamento preparato scrupolosamente da Zagabria che si troverà alla guida d’Europa in un momento pieno di incognite per la casa comune, dalla Brexit al rilancio del processo di allargamento dei Balcani, arenatosi dopo il veto del presidente francese Emmanuel Macron all’avvio dei negoziati per l’adesione all’Ue di Albania e Macedonia del Nord. (al. bri.)

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