«Questo non è un film sulla storia della chiesa, né sui suoi scandali, il nostro è un film sul perdono e sulla riconciliazione». Così Fernando Meirelles presenta I due papi, la storia di Benedetto XVI e di Papa Francesco, della loro rivalità, del loro nuovo incontro, quando Ratzinger decise di dare le dimissioni, di una amicizia - dal 20 su Netflix dopo qualche passaggio in sala.
Al centro c’è appunto la relazione conflittuale tra i due prelati, Anthony Hopkins Ratzinger e Jonathan Pryce Bergoglio - che esprimono anche due visioni diverse della Chiesa se non in opposizione. Meirelles romanza pur avendo avuto - come ci tiene a dire - accesso agli archivi della tv vaticana, ma non tace i particolari meno edificanti del loro passato, il silenzio sulla pedofilia di Ratzinger, i rapporti con la dittatura militare argentina di Bergoglio - due esempi che al di là delle figure in questione attraversano l’istituzione della Chiesa e la sua storia più recente.
Ma è il perdono che vince - apunto - e per dirci che tutto è vero, pur essendo invenzione, il regista ci mostra alla fine l’incontro dei due «reali» pontefici che rende ancora più accativante quanto abbiamo visto finora. E così crisi, ripensamenti, amori, i due che guardano la finale di Germania-Argentina: per raggiungere l’intento di farne due personaggi che piacciono, vicini al pubblico, Meirelles dispiega ogni mezzo: dialoghi, battute, luoghi comuni. Fino a estenuare. Naturalmente piacendo molto. C.Pi.