CULTURA

Cosa varia e cosa no nei temi e nei topoi di letteratura e arte

CONVEGNO A TORINO
REDAZIONEITALIA/torino

Ha inizio oggi a Torino un convegno di due giorni – Forms, History, Narrations, Big data: Morphology and Historical Sequence – il cui tema è l’analisi della genesi e dell’evoluzione nel tempo di specifiche costanti morfologiche (temi, motivi, topoi) nella letteratura e nelle arti figurative.
La presentazione di un metodo «indiziario», basato sulla ricerca di costanti morfologiche, nell’ambito della critica letteraria sarà anch’esso motivo di discussione.
Importanti studiosi di svariati paesi – fra i quali Carlo Ginzburg, Franco Moretti, Stefania Sini, Jens Brockmeier, Virginia Pignagnoli, Oleg Sobchuk, Angelica Vedelago, Anastasia Drozdova, Alessandra Mascia, Daniel Sherer, Jakub Stejskal, Tyne Sumner, Piotr Laskowski, Guido Mazzoni – si interrogheranno, introdotti da Roberto Gilodi, su quel che è stabile e quel che muta nelle costruzioni umane che identifichiamo come oggetti culturali, dove un’immagine si lega a un significato.
Le componenti invarianti, lo dice l’attributo, sono forme che, a dispetto dei cambiamenti storici, si mantengono inalterate nel corso del tempo: possono essere dettagli nella rappresentazione del corpo umano nelle arti visive oppure motivi, temi e topoi nelle diverse espressioni letterarie, come ad esempio il locus amoenus o il nostos che dalla tradizione letteraria classica sono transitati nei mondi culturali medievali per poi riemergere nelle letterature nazionali dell’età postmedievale. L’obiettivo è fare il punto su alcune questioni oggi divenute cruciali nel discorso sulle forme narrative nei diversi media e per quel che riguarda le diverse forme artistiche.

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