EUROPA

Sophie Wilmès, la prima donna premier del Belgio. Ma a tempo

IL PARLAMENTO NON HA ANCORA ESPRESSO UNA MAGGIORANZA DOPO LE ELEZIONI DEL 26 MAGGIO
GABRIELE ANNICCHIARICObelgio

Cambio di guardia alla testa del governo federale del Belgio con la nomina di Sophie Wilmès alla presidenza del consiglio dei ministri, la prima donna a capo di un esecutivo nella storia del paese, al posto del liberale francofono Charles Michel, nominato presidente del Consiglio dell’Unione europea, la cui investitura è prevista il 1° dicembre.
Sophie Wilmès, compagna di partito di Michel e ministra del budget, nominata premier dal re Philippe (con poteri simili a quelli del nostro presidente della repubblica) questa domenica, non avrà compito facile. Wilmès sarà a capo di un governo minoritario, con 38 seggi dei 150 presenti nel parlamento federale, e «a tempo determinato» come ha ricordato la stessa neo prima ministra. Un governo in carica per gli affari correnti da quasi un anno, con poteri limitati, in attesa che il parlamento federale esprima una nuova maggioranza.
Il vecchio esecutivo, guidato da Charles Michel, aveva perso il suo principale azionista, N-va (Nuova alleanza fiamminga), partito nazionalista fiammingo d’estrema destra, alla vigilia delle elezioni federali (ed europee) del 26 maggio scorso. Una tornata elettorale che ha restituito un parlamento, ed un paese, profondamente diviso fra il nord fiammingo schierato a destra (un elettore su tre di lingua fiamminga ha scelto un partito d’estrema destra) e il sud, di lingua francofona, decisamente più progressista. Da allora nessun esponente politico belga è stato formalmente incaricato per la formazione di un esecutivo federale.
«Siamo ancora lontani dal formare un nuovo esecutivo, poiché manca un sentimento d’urgenza» ha ricordato la neo premier Wilmès. Il messaggio è indirizzato ai due maggiori partiti, la N-va ed ai Socialisti francofoni, rispettivamente primo partito nelle Fiandre e in Vallonia, entrambi usciti malconci dall’ultima tornata elettorale. Un’alleanza inusuale nel panorama politico belga, ma che ha già un precedente nella formazione del governo locale della città di Anversa, motore economico del Belgio, dove il sindaco Bart De Wever, leader dei nazionalisti fiamminghi, è sostenuto da una maggioranza formata da N-va e socialisti. Uno scenario che fatica a prendere piede nel panorama politico nazionale, rimandando la memoria al record di 541 giorni senza governo nel 2010-11.

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