INTERNAZIONALE

Bibi o gli arabi, le uniche opzioni di Benny Gantz

ISRAELE
MICHELE GIORGIOisraele

Non è servito l’appello «a voltare pagina», «ad avere coraggio», lanciato ieri al premier israeliano incaricato Benny Gantz dal leader della Lista araba unita, Ayman Odeh.
IL CAPO DEL PARTITO di maggioranza relativa Blu Bianco, a cui il capo dello Stato Reuven Rivlin ha chiesto di provare a formare una maggioranza di governo dopo il fallimento di Benyamin Netanyahu, non pare interessato neppure a considerare la proposta di Odeh di includere i partiti arabi, rappresentanti la minoranza palestinese in Israele (20% della popolazione), in un possibile nuovo esecutivo. Gantz, ex capo di stato maggiore che in campagna elettorale si è vantato di aver ridotto in macerie Gaza nel 2014 e si presenta come fautore del pugno di ferro con i palestinesi, non vuole andare contro la regola non scritta che da 71 anni esclude dal governo i partiti arabi, perché non sionisti e perché chiedono che Israele sia lo Stato di tutti i suoi cittadini e non uno Stato ebraico.
Eppure Gantz ha disperato bisogno dei seggi arabi per provare a formare almeno un esecutivo di minoranza. Per la prima volta in oltre dieci anni il mandato non è stato affidato a Netanyahu. Però lo stallo politico emerso dalle elezioni del 9 aprile non è stato risolto dal voto del 17 settembre. E senza i 13 deputati arabi Gantz ha dalla sua parte solo 41 dei 120 seggi della Knesset. Certo proverà a raggiungere un’intesa con Yisrael Beitenu (otto seggi) guidato dall’ex ministro della difesa Avigdor Liberman, ago della bilancia della politica israeliana. Ma quest’ultimo, ultranazionalista e con forti tendenze razziste, esclude di poter far parte di un governo con i partiti arabi e quelli religiosi ortodossi.
RESTA IN PIEDI l’ipotesi che – pur di evitare al paese nuove elezioni, le terze in un anno – il leader di Blu Bianco accetti di formare quel governo di unità nazionale con il Likud di Netanyahu, che ha finora escluso a causa dei guai giudiziari del premier uscente che rischia un processo per corruzione e frode.
Lunedì Gantz ha un doppio appuntamento. Con Amir Peretz, il segretario del decaduto Partito laburista, per parlare del nuovo governo e con Jared Kushner, consigliere e genero di Donald Trump, in visita in Israele. Kushner, depositario dell’ancora inedito «Accordo del secolo», il piano Usa per il Medio Oriente, sarà accompagnato dal nuovo inviato speciale per Israele e i palestinesi, Avi Berkowitz, e da quello per l’Iran, Brian Hook. Kushner, che vedrà anche Netanyahu, non presenterà durante la visita il piano Usa che, stando alle ultime indiscrezioni, sarà reso pubblico solo dopo la formazione del nuovo governo israeliano.

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