CULTURA

Tecniche d’evasione e sovversione nell’avanguardia ungherese

MOSTRE
REDAZIONEungheria/italia/roma

Visitabile fino al 6 di gennaio a Roma (Palazzo delle esposizioni) la mostra «Tecniche d’evasione» dedicata alle strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ’60 e ’70, a cura di Giuseppe Garrera, József Készman, Viktória Popovics e Sebastiano Triulzi. «Tra i migliori e più autentici episodi dell’arte contemporanea - si legge nel comunicato - ci sono quelli accaduti in clandestinità, nel retro degli apparati di potere, di nascosto da istituzioni e comitati di amministrazione e la cui ricostruzione e testimonianza è già impresa di lotta. La storia dell’arte contemporanea diviene meravigliosa e commovente lì dove è stata ed è tuttora storia di clandestinità e sotterfugio e fuga ed elusione».
Tra i nomi degli artisti ungheresi le cui opere sarà possibile vedere esposte: Endre Tót, Judit Kele, Sándor Pinczehelyi, Bálint Szombathy, András Baranyay, Tibor Csiky, Katalin Ladik, László Lakner, Dóra Maurer. Tra fotografie, collage, sculture, interventi urbani, operazioni concettuali, performance, mail art, poesia visiva, libri di artista si fanno portavoce di una protesta e un’avventura, con «tecniche di fuga e aggiramento dei poteri».
Un momento di grande vitalità dell’arte contemporanea che è «manuale visivo», presenta l’operato di raccolta e rintracciamento e messa in salvo di documenti, foto e materiali clandestini ed effimeri compiuto dal Ludwig Múzeum – Museum of Contemporary Art di Budapest che in questi anni ha permesso la ricostruzione di questa storia.
Per maggiori informazioni: www.palazzoesposizioni.it/mostra/tecniche-d-evasione

 

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