ECONOMIA

Sassoli denuncia il taglio del fondo Ue agli indigenti

EUROPARLAMENTO
REDAZIONE europa

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli (Pd) ha denunciato lo «smantellamento» del fondo europeo per la lotta contro le povertà voluto dalla commissione Juncker nel giorno del premio Nobel per l’economia a Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer, premiati per il loro impegno scientifico nella lotta contro le povertà. Il taglio è stato previsto a partire dal prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
Sassoli ha definito «intollerabile» il taglio del finanziamento delle politiche di coesione, dove sono inseriti anche i fondi per la lotta contro la povertà. «Dobbiamo salvarlo» ha detto ieri Sassoli a margine di un convegno alla Fondazione Casa della Carità di Milano presieduta da don Virginio Colmegna. « Dobbiamo poter incrementare il fondo perché la povertà in Europa sta aumentando, ci accorgiamo che le persone escono sempre più dal ceto medio per andare sempre più verso i ceti più bassi - ha detto Sassoli - Un’Europa che non è attenta agli ultimi fa fatica ed essere riconosciuta utile».
Nelle previsioni del nuovo bilancio Ue «il fondo per la povertà, che aiuta 15 milioni di indigenti, è molto penalizzato ed e marginalizzato - ha spiegato Sassoli - Lo vogliono chiudere e trasferire in un altro fondo, che è il Fondo sociale europeo con un accesso più complicato, più burocrazia è una diminuzione delle risorse». Da qui l’appello alle associazioni che si occupano dei poveri: «Io penso che questo fondo debba essere difeso. Un’Europa non attenta agli ultimi non è un’Europa che ci piace».
Secondo le stime della Commissione europea, la politica di coesione sociale potrebbe subire una riduzione del 6% . Per il Parlamento europeo questa valutazione è sottostimata. I tagli ammonterebbero al 10% del budget. Lo scontro tra Parlamento e Consiglio Ue rischia di provocare ritardi nell’approvazione del bilancio pluriennale. È possibile che un milione di studenti potrebbe essere escluso dal programma Erasmus dal 2021, con una perdita di 12 mila posti di lavoro, 5 mila solo nella ricerca europea e la perdita di 100 mila progetti.

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