INTERNAZIONALE

Trump preferisce l’ostruzione. La palla ora torna a Nancy Pelosi

L’IMPICCIONE
MARINA CATUCCI usa/ucraina

Il tormentato percorso dell'indagine per l'impeachment di Trump ha raggiunto un punto di collisione, arrivando a quella che in molti individuano come una crisi istituzionale.
Con una mossa a sorpresa la Casa Bianca ha dichiarato che non collaborerà in alcun modo all'inchiesta sull'impeachment, definita uno sforzo illegittimo «per rovesciare i risultati delle elezioni del 2016».
In una lettera di 8 pagine firmata dal consulente della Casa Bianca, Pat Cipollone, si sostiene che l'inchiesta neghi i diritti processuali di Trump, e per ciò il ramo esecutivo non fornirà più volontariamente testimonianze o documenti.
In una tesissima conferenza stampa arrivata a seguito della lettera di Cipollone, il capo della commissione di Intelligence della Camera, Adam Schiff, ha dichiarato che il mancato rispetto delle loro richieste è di per sé un reato da impeachment, affermazione sostenuta poche ore dopo anche dalla speaker della Camera Nancy Pelosi.
Dopo aver mandato all'ambasciatore Usa in Ue un mandato di comparazione per riuscire a portare a termine l'audizione fermata da Trump pochi minuti prima che iniziasse, Pelosi deve ora decidere se portare la battaglia nei tribunali, dove potrebbe impantanarsi in mesi di sfide legali, oppure passare rapidamente alla stesura degli articoli dell'impeachment e contrastare così le affermazioni di Trump di star gestendo un «tribunale del canguro».
Per la Casa bianca un'infinita battaglia legale rappresenta sicuramente un'ipotesi migliore, e l'obiettivo finale potrebbe essere quello di arrivare alla Corte Suprema, al momento in salda mano conservatrice grazie a ben 2 giudici nominati proprio da Trump.
m. cat.

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