INTERNAZIONALE

Media e talpa, Trump se la prende con i soliti «nemici»

Articoli dell’impeachment pronti entro fine ottobre. Il tycoon minaccia l’informatore ma è Giuliani a peggiorare la situazione
MARINA CATUCCIusa/ucraina

«Ci muoveremo rapidamente ma non avventatamente». Così ha affermato la speaker della Camera, Nancy Pelosi, riferendosi all’indagine per l’impeachment di Donald Trump, sottolineando che «non c’è nulla di cui essere contenti, è un momento triste per il nostro Paese». Alcuni tra i democratici hanno affermato che è possibile, se non probabile, che gli articoli di impeachment saranno redatti entro fine ottobre. Il Congresso entra ora in una pausa di due settimane, ma Adam Schiff, presidente del Comitato di intelligence della Camera, dice che il suo comitato continuerà a lavorare.
A destare il maggior sconcerto al momento sono le nemmeno tanto velate minacce che Trump sta facendo al whistleblower che, rivelando i contenuti e i retroscena della telefonata tra il presidente Usa e il suo omologo ucraino Zelensky, l’ha messo nella inusuale e scomoda posizione di dover affrontare un processo di impeachment. «Siamo in guerra – una delle affermazioni del tycoon – Queste persone sono malate».
LA VICENDA ha riportato all’attenzione il tema dei whistleblower. E in molti si chiedono se la meritata e legittima solidarietà e protezione riservata alla talpa che ha esposto i tentativi illeciti di Trump verranno applicati anche a Chelsea Manning, di nuovo in prigione, ed Edward Snowden, che non può rientrare negli Stati uniti né lasciare la Russia.
IL GIORNALISTA Nick Baumann ha scritto su HuffPost: «Ora un informatore nella comunità dell’intelligence sta cercando di fare ciò che Snowden ha detto di non aver potuto fare. Finora quella persona è stata efficacemente messa a tacere dal rifiuto dell’amministrazione Trump di presentare la denuncia al Congresso come richiesto dalla legge. È possibile che l’amministrazione alla fine rispetterà i propri obblighi. Ma il sistema politico ha già inviato un segnale: anche gli informatori dell’intelligence che seguono la legge non possono essere sicuri che le loro preoccupazioni saranno ascoltate».
Lo stesso Snowden intervistato dalla trasmissione radio di sinistra Democracy Now, ha dichiarato che la Casa bianca sta cercando di «non parlare delle accuse. Vogliono parlare degli informatori piuttosto che delle azioni illecite del governo».
Ed è questa, si conclude, la ragione per cui i whistleblower si rivolgono ai media, sempre nel mirino di Trump che continua in queste ore ad additarli come il male assoluto. Chi ha a che fare con i media, invece, è l’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani che dalle sue dichiarazioni, però, pare lavorare contro il suo cliente: ha rivelato al Washington Post che, come legale del presidente, ha incontrato cinque procuratori ed ex procuratori ucraini sin dallo scorso anno ottenendo informazioni su Hunter Biden, figlio di Joe, che era membro del consiglio di amministrazione di una società energetica ucraina.
ALLA CNN GIULIANI ha dichiarato che il Dipartimento di Stato incoraggiò i suoi contatti con Kiev e approvò le sue comunicazioni. Il Dipartimento ha confermato che l’inviato Usa per l’Ucraina, Kurt Volker, mise in contatto Giuliani con un alto collaboratore di Zelensky «su richiesta del consigliere presidenziale Yermak», ma ha precisato che l’avvocato «non parla per conto del governo Usa». Dalla denuncia della talpa si evince che al Dipartimento di Stato non erano contenti dei tentativi di Giuliani di contattare funzionari ucraini per indagare i Biden, ma che questo non l’ha fermato.

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