SOCIETA

Affitti brevi, nuove regole. Insorgono i proprietari

BOLOGNA, IL COMUNE ANNUNCIA UNO STOP ALLE CANTINE-APPARTAMENTO
GIOVANNI STINCOITALIA/BOLOGNA

Bologna fa i conti con l’emergenza abitativa, il moltiplicarsi degli alloggi per turisti su Airbnb e il rarefarsi di quelli per famiglie e studenti. Lo fa con migliaia di firme raccolte per portare la discussione in Comune, la mobilitazione di associazioni, sindacati e attivisti per il diritto all’abitare riuniti sotto la sigla «Pensare urbano», e un’istruttoria pubblica di due giorni che sta facendo discutere tutta la città. E, fuori dal Comune, una tendopoli allestita per rendere visibile una situazione di allarme fino ad ora passata quasi sotto traccia.
In città le grandi occupazioni abitative nate dopo la crisi del 2008 non ci sono più da tempo - negli anni sono state tutte sgomberate o assorbite da interventi sociali - e il contesto è quello di una città sempre più attrattiva inserita in un sistema economico regionale tra i più forti in Italia. Nonostante questo però, e nonostante la diminuzione degli sfratti e i piani del sindaco Pd Virginio Merola per un importante incremento dell’edilizia sociale, i numeri sono allarmanti. Negli ultimi 12 mesi i contratti a canone agevolato e concordato sono calati di mille unità (dal 2017 al 2018 sono passati da 5.570 a 4.596), a fronte dell’aumento di residenti e di studenti universitari fuori sede. Lo dicono i dati elaborati da Pensare Urbano, che da mesi ha lanciato l’allarme e che ieri pomeriggio ha dato vita alla tendopoli sotto al palazzo del Consiglio comunale. «Sempre più proprietari si stanno rivolgendo ad Airbnb», dicono gli attivisti denunciando l’espulsione degli studenti da quel centro storico che li ha sempre accolti. Una situazione fino ad oggi privilegiata quella di Bologna, che però si sta rapidamente deteriorando. «Bisogna agire subito o il centro diventerà come quello di Firenze e Venezia».
A confermare il problema anche i sindacati degli inquilini, che sempre più si trovano ad assistere famiglie costrette a lasciare casa perché il proprietario ha deciso di darsi agli affitti brevi. Gli annunci di Airbnb in città dal 2014 sono triplicati e appartamenti e locali al piano terra in centro vengono sempre più spesso frazionati in mini alloggi. Stanno anche comparendo monolocali di 35 mq più finestrella per fare entrare un po’ di luce venduti a più di 140 mila euro. Comprare o affittare, è il ragionamento di molti, sarà sempre più difficile per tutti. A farne le spese al momento sono soprattutto i 40 mila universitari fuori sede, che oggi fanno i conti con camere singole in affitto a 500 euro al mese.
«Non ci interessa fare la guerra ai turisti - precisa Fabio D’Alfonso di Pensare Urbano - Ma qui non si può più parlare di sharing economy, bisogna regolare il mercato in maniera ferrea». «Diciamo no all’evasione fiscale e alla speculazione edilizia dei multiproprietari che comprano interi immobili e li mettono sulle piattaforme web, sottraendo decine di appartamenti alla domanda cittadina. E’ imperativo porre limiti e effettuare più controlli», dice la consigliera comunale di Coalizione civica Emily Clancy.
Qualcosa si sta muovendo. Un nuova norma comunale vieterà la realizzazione di appartamenti da cantine o negozi senza altre aperture oltre all’ingresso, e la creazione di monolocali con una sola finestra. «E’ finita la pacchia», dice il sindaco Merola. Le associazioni di piccoli proprietari però annunciano battaglia al Tar. «Non vi piace chiamarle cantine? Chiamiamoli loft sotterranei se preferite, ma il mercato va liberalizzato». Parola della locale presidente di Confedilizia.

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