VISIONI

Il rock sia sempre con noi: Mick Jaggera fianco degli ambientalisti

LA ROCKSTAR INTERPRETE DI «THE BURNT ORANGE HERESY»
SILVANA SILVESTRIITALIA/VENEZIA

A chiusure della Mostra arriva un film che parla di critici. Bene. Peccato che il critico (d’arte) protagonista di The Burnt Ornage Heresy di Giuseppe Capotondi sia incline non solo al furto, e alla piromania, ma anche un inetto nel portare a termine i suoi propositi. Una volta avevamo fatto la cernita della figura del critico così come la dipingono i registi: pessimi personaggi, dileggiati da Billy Wilder in Prima pagina, figura patetica dipinta da Alessandro Haber per Pupi Avati.
LA RAGAZZA americana ( Elizabeth Debicki) incontra a Milano, durante una conferenza sul significato di opere vere e opere false, il famoso critico (l’attore norvegese di The Square Claes Bang, che essendo un «cattivo» ha il nome latino di Figueras). Dopo una notte di scambi di calembour, il giorno dopo sono insieme sul lago di Como nella fastosa villa del mercante d’arte che ha da proporre uno scoop, la prima intervista al famoso pittore (Donald Sutherland senza la sua caratteristica più interessante, la sua indolenza sorniona e un po’ menefreghista) che da anni non ha dato più notizie di sé in cambio di un suo quadro da trafugare. In questo business poco limpido si inserisce il tema della verità e sincerità, tema fuori luogo in ambito mercantile, a far precipitare le cose. Perché la pragmatica ragazza del Minnesota che dice sempre la verità non sa che nel vecchio continente le cose funzionano diversamente.
E di più non racconteremo, se non che il gallerista è interpretato da Mick Jagger, magnifico ritratto sulfureo degno di un supereroe, fugace presenza nel film che lascia il segno, un po’ come un mefisto indaffarato.
È anche per rendergli omaggio che la sala conferenze si affolla di tutti gli ultimi festivalieri. Jagger non viene preso subito d’assalto con le domande, che prima vertono sui nodi oscuri della vicenda, ma la presenza dei cinquecento ragazzi che stanno manifestando assai pacificamente sul red carpet per l’allarme ambientale lo chiamano in causa: «Sono felice che lo facciano, dice Mike Jagger, sono loro quelli che erediteranno la terra. Siamo ormai in una situazione difficilissima, soprattutto negli Usa dove le misure prese sono state cancellate e gli Usa per questo hanno perso il loro ruolo. Sono felice che le persone manifestino, sono sicuramente con loro» Donald Sutherland che ha rappresentato negli anni ’70 una figura altrettanto iconica e militante ( M.a.s.h.), rincara la dose: «Le misure prese da Obama erano appena sufficienti e ora sono state distrutte, anche da Inghilterra e in Brasile arrivano gli stessi allarmi. Per me dovrebbero lottare in modo ancora più forte. Quando si arriva alla mia età, 85 anni, non si lascia niente, stiamo rovinando il mondo ancora più rapidamente».
MICK JAGGER ha interpretato al cinema ruoli importanti in I fratelli Kelly, Sadismo, Freejack e L’ultimo gigolò: «Questo sicuramente è un ruolo minore, dice, ma importante per inserire il protagonista nell’azione. Anche stare sul palco è dare vita a una performance, se sbagli non puoi ripetere. Recitare al cinema mette in moto parti diverse del cervello e non è la stessa che uso di solito, ma mi è piaciuto molto in questo caso perché la sceneggiatura era diversa dal solito, più letteraria e ci ha permesso di rendere vivi i personaggi che non sappiamo mai se dicono la verità o meno.»
IL ROCK che salva la vita, il rock non morirà mai? «Il mondo è diverso, ogni dieci anni è diverso, ogni venti, ogni cento. In più stiamo vivendo tempi strani, non si sa cosa succederà dopo. Coesistono cose diverse, c’è inciviltà nella vita politica, in tanti paesi compreso il mio, soprattutto nell’ultima settimana e anche negli Usa. Non voglio dire che le buone maniere siano tutto, ma ci portano a chiederci dove porterà tutta questa inciviltà».

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