INTERNAZIONALE

Xenofobia e femminicidi, il Sudafrica non riesce a liberarsi dalla violenza

ATTACCHI AI MIGRANTI, CON SACCHEGGI E 5 MORTI. PROTESTA LA NIGERIA
MARCO BOCCITTOsudafrica

Cronache dal paese che ha sconfitto l'apartheid ma non le piaghe sociali ed economiche che ne derivano e tuttora lo affliggono. In Sudafrica ci risiamo con gli attacchi xenofobi, anche se non manca chi cerca di derubricarli a criminalità comune – soprattutto i politici di tutti gli schieramenti che hanno contribuito a creare un clima ostile nei confronti degli immigrati. Le violenze degli ultimi giorni sono lontane dalla furia che investì le township nel 2008, uccidendo oltre 60 persone. Ma a causa dell'odio per lo «straniero ladro di lavoro e spacciatore», riesploso a più riprese in questi anni, stavolta sono morte cinque persone, mentre decine di esercizi commerciali gestiti da immigrati sono stati saccheggiati e/o dati alle fiamme.
Tutto secondo copione. Compreso l'appello per il ritorno all’ordine del presidente Cyril Ramaphosa, secondo il quale «nessun sudafricano può essere giustificato» per questo. Amnesty international e le associazioni che si occupano di migranti accusano: è il risultato dell'impunità giudiziaria di cui hanno goduto in passato i responsabili delle violenze e della mancanza di specifici programmi di protezione per le persone più vulnerabili.
Migranti "economici" o in fuga da conflitti, i "bersagli" del populismo sudafricano vengono soprattutto da Zimbabwe, Repubblica democratica del Congo, Corno d'Africa, Mozambico e Nigeria. Stavolta c’è stata anche la stizzita reazione del governo di Abuja, seguita dal boicottaggio annunciato da diversi artisti nigeriani di fama “internazionale”, come il trapper Burna Boy, nei confronti del Sudafrica. La comunità nigeriana, una delle più numerose, è spesso associata a spaccio di droga e altri traffici illeciti. E la recente ondata di violenze che ha investito le estreme periferie di Pretoria e Johannesburg (nella township di Alexandra gli incidenti più gravi) hanno avuto origine proprio da una manifestazione convocata contro il dilagare dello spaccio nei quartieri più poveri.
Ad agitare in questi giorni il paese che vanta la non invidiabile media di 20 mila morti ammazzati ogni anno c’è anche l’emergenza femminicidi. L’ultimo caso, vittima una studentessa 19enne dell’università di Cape Town, ha suscitato polemiche e proteste in tutto il paese. Anche qui al centro della bufera è l’inazione dei governi che si sono succeduti al potere, tutti a trazione African National Congress. Manifestazioni ieri si sono svolte intorno ai palazzi governativi di Pretoria e davanti a un forum economico internazionale in corso a Cape Town,

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