POLITICA

«Scaricano la crisi sulle istituzioni, non voteremo il taglia seggi»

INTERVISTA A PAOLA DE MICHELI, VICESEGRETARIA PD
MASSIMO FRANCHIITALIA/ROMA

«Quello a cui abbiamo assistito in Senato ieri è stato il tentativo volgare da parte di Salvini e Di Maio di scaricare una crisi politica sulle istituzioni. Un atteggiamento per noi inaccettabile. Io penso ancora che le condizioni per fare un governo politico non ci siano. E dopo gli show di ieri sera ancora meno. Detto questo, durante le consultazioni con il presidente Mattarella vedremo se accadranno fatti nuovi».
Vicesegretaria Paola De Micheli, quali sono le condizioni per aprire ad un governo politico con il M5s?
Eventuali condizioni devono essere poste dai nostri organismi e dal nostro segretario. Oggi è del tutto evidente che il M5s rispetto a tutto quello che è accaduto non si è mosso: è statico e fermo. E quindi immaginare un accordo con loro è complicato.
Ormai nel Pd non si capisce più niente. Quelli che dicevano #senzadime adesso vogliono fare l’alleanza con il M5s. Lei che in teoria era favorevole, adesso sembra contraria.
Quando all’inizio della legislatura ci fu lo spazio per fare una cosa seria con il M5s, ero per andare a vedere le carte. Poi io sono stata commissario al Terremoto anche di questo governo fino ad ottobre. Li ho visti in azione sulle cose economiche e sopratutto la cosa che più mi ha deluso è stata l’atteggiamento avuto nei confronti della Lega: i cinquestelle hanno legittimato tutto quello che ha fatto Salvini.
Di Maio ormai appare disperato. Ieri nel chiedervi di votare il taglio dei parlamentari ha scritto: "Del doman non c’è certezza"...
Di Maio non può non fare una riflessione su come non è riuscito a governare con il 32 per cento.
Ma qual è la posizione del Pd sul taglio dei parlamentari? Durante l’iter è sempre stata contraria.
Noi veniamo da una proposta di riforma costituzionale che riformava l’intero bicameralismo. E con la riforma si riduceva il numero dei parlamentari.
E quindi non potete votare a favore ora.
Sarebbe anche incoerente con la situazione. Un parlamento che corre il rischio di essere sciolto domani l’altro vota una riforma costituzionale?
La proposta però potrebbe essere allargata o legata ad una riforma elettorale...
Ne discuteremo in direzione. Io credo che il combinato disposto di un voto fatto ora su quella riforma e l’attuale legge elettorale con quella quota di maggioritario determina risultati sballati. E dunque pericolosi. Prima si risolve la crisi, poi il resto. Comunque siamo contrari: il lavoro dei nostri parlamentari in commissione è stato preziosissimo.
Pensa che il partito possa uscire unito da questo passaggio?
Sono convinta di sì. Così come quando coloro che oggi chiedono l’alleanza con il M5s chiedevano che Zingaretti fosse chiaro su questo tema. E infatti alla fine ci fu un voto quasi all’unanimità. Si tratta di fare una discussione vera nel luogo deputato alla sintesi che sarà la Direzione, peraltro già convocata per il 21 alle ore 11, fatti i due passaggi nei due rami del Parlamento.
Quale sarà la proposta della segreteria per tenere unito il partito?
La proposta la fa il segretario. Prima della Direzione sarà fatto un lavoro preliminare per una proposta soddisfacente per tutti. Noi continueremo il lavoro unitario.
I sondaggi per il partito dei renziani sono simili a quelli di Leu, che poi prese anche meno del previsto.
Non sono informata di eventuali percorsi di scissione. Ma le scissione non portano mai bene, né a chi le subisce né a chi le pratica. A prescindere dai sondaggi.
I più spiazzati dalle mosse di Renzi sembrano i renziani - Giachetti, Ascani - o gli ex alleati - Orfini. I cambiamenti magmatici di posizione potrebbero essere paradossalmente un vantaggio per voi.
Vedremo. Immagino che chi è venuto in Direzione a dire «mai con il M5s» oggi possa essere spiazzato. Questo sì, lo immagino.

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