POLITICA

A Erba non ci sarà alcuna strada intitolata al podestà fascista Alberto Airoldi

DOPO LE CONTESTAZIONI LA MARCIA INDIETRO DELLA SINDACA SULLA PROPOSTA SOSTENUTA DA LEGA E FORZA ITALIA
ROBERTO MAGGIONIITALIA/ERBA (COMO)

Alla fine è arrivato il passo indietro: a Erba non ci sarà alcuna strada intitolata al podestà fascista Alberto Airoldi. La sindaca Veronica Airoldi, nipote del podestà, ha fatto ritirare la mozione che la sua maggioranza avrebbe dovuto presentare lunedì sera in consiglio comunale. “La questione è stata strumentalizzata, farò chiarezza sulle falsità dette” ha detto la sindaca lunedì mattina. Contro questa intitolazione si erano mobilitati l'Anpi, i sindacati, i partiti di centro sinistra e una ventina di associazioni del territorio.
Alberto Airoldi fu per dodici anni podestà del regime fascista a Erba, nel comasco, applicò le leggi razziali del 1938 e segnalò le famiglie ebraiche della zona scrivendo un opuscolo dal titolo «Elenco cognomi famiglie ebraiche». Dopo l'8 settembre del 1943 aderì pienamente alla Repubblica Sociale di Salò ricoprendo anche incarichi di rilievo. «Non c'era alcuna finalità politica da parte nostra» ha detto la sindaca di Erba «si voleva ricordare un uomo di cultura, ma la questione è stata strumentalizzata, quindi ho chiesto ai capigruppo firmatari di ritirarla». La mozione era sostenuta da Lega, Forza Italia e da due liste civiche di centro destra.
La vicenda era partita da un appello ospitato sul quotidiano locale La Provincia che proponeva l'omaggio ad Airoldi per motivi culturali. Parallelamente alla sua vita politica di podestà del regime, Alberto Airoldi fu anche un uomo attivo culturalmente sul territorio. Nel 1923 con il fratello contribuì alla costruzione del teatro cittadino Licinium, animò la rivista Brianza e si affermò come poeta dialettale brianzolo. Per questo Erba in passato intitolò il cippo del teatro Licinium alla sua memoria, un ricordo prettamente culturale per quanto fatto da quel punto di vista per il territorio.
Per l'Anpi e per tanti cittadini del comune comasco l'intitolazione di una strada avrebbe però avuto un significato politico profondo diverso. Una riabilitazione e normalizzazione di quanto fatto come podestà fascista. «Airoldi aderì al regime pienamente al regime e venne coinvolto nel processo al primo Partigiano della Resistenza Giancarlo Puecher» aveva ricordato l'Associazione partigiani. «Airoldi non fu un fascista buono come l'amministrazione comunale vorrebbe far credere, ma fu invece uno zelante attuatore delle leggi razziali».
Del caso si erano interessati anche il deputato del Pd Emanuele Fiano e Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. «Fanno bene quei cittadini di Erba ad indignarsi e protestare. Non si possono chiudere gli occhi di fronte a decisioni di questo genere: la tragedia del fascismo per il nostro Paese e l'orrore della Shoah per l'umanità intera non possono essere dimenticate» aveva scritto su Facebook Fratoianni. «Mi auguro che l'amministrazione comunale faccia marcia indietro». E così è successo.
Per l'Anpi una buona notizia e ieri sera il presidio di protesta si è trasformato in festa. Alle 20, in concomitanza con il consiglio comunale, decine di persone si sono ritrovate fuori dal Comune per ribadire le proprie ragioni antifasciste. Oltre all'Anpi territoriale c'erano le sezioni locali del Pd, Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana. E poi Cgil, Cisl, Uil, le Acli, l'Arci, Como Senza Frontiere e altri esponenti di associazioni di zona. «Nulla di personale nei confronti della sindaca e del fatto che Airoldi fosse suo nonno, ma questa intitolazione sarebbe stata uno schiaffo inopportuno. Non si possono riabilitare figure fasciste perché hanno fatto anche cose buone» hanno detto alcuni dei cittadini che hanno partecipato al presidio. «Ci mobilitammo anche anni fa quando la Lega cambiò il nome di una strada in via Padania, e perdemmo» ricorda un abitante di Erba. «Oggi è andata diversamente, la questione era più grave e non poteva passare sotto silenzio».

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