CULTURA

Quei bambini ogm venuti dalla Russia

Per lo scienziato Rebrikov, la correzione del Dna è un’alternativa terapeutica
ANDREA CAPOCCI russia/mosca

Anche la Russia, dopo la Cina, potrebbe veder nascere bambini geneticamente modificati. Lo ha detto il ricercatore 43enne Denis Rebrikov giovedì 4 luglio al settimanale scientifico britannico New Scientist. Rebrikov lavora in uno dei maggiori centri di fecondazione assistita di Mosca, il «V. Kulakov». Secondo quanto ha dichiarato, cinque coppie sarebbero pronte a sottoporre i propri embrioni a modifica genetica per prevenire una forma ereditaria di sordità. Per ottenere la modifica Rebrikov utilizzerebbe la tecnica Crispr, in cui una proteina in grado di tagliare il Dna viene guidata direttamente sul difetto genetico da una sequenza «pilota» di Rna. Il taglio induce una mutazione sul Dna che disattiva o corregge un gene malfunzionante. Rebrikov interverrà sul gene «connessina 26» da cui dipende una buona percentuale di sordità ereditarie. In Italia, ad esempio, provoca circa l’80% dei casi. Per la sua sperimentazione Rebrikov ha reclutato coppie in cui entrambi i partner sono portatori della mutazione e sono destinati con certezza a trasmettere la sordità in caso di gravidanza naturale.
NON SI TRATTA di una dichiarazione a sorpresa. All’inizio di giugno, Rebrikov aveva divulgato l’intenzione di sperimentare la tecnica Crispr anche su embrioni nati da donne con Hiv che rischiano di trasmetterlo ai figli durante la gravidanza. In quel caso, Rebrikov agirebbe sul gene «Ccr5» che, se disattivato, rende l’organismo immune da molte varianti del virus Hiv. È lo stesso gene su cui è intervenuto il biotecnologo cinese He Jiangkui, che nel novembre 2018 ha annunciato la modifica di tre embrioni da coppie in cui il padre è sieropositivo. Per la tempistica dell’annuncio, le bambine sarebbero nate proprio in queste settimane. Tuttavia, in questi mesi sono emerse pochissime informazioni su quella vicenda: He Jiangkui è sotto inchiesta e stretta sorveglianza da parte delle autorità per aver agito senza autorizzazioni, l’identità delle bambine non è stata resa nota né è noto il grado di successo della modifica genetica.
He Jiangkui fu aspramente criticato dalla comunità scientifica, anche dagli scienziati che non hanno preclusioni di principio all’idea di modificare geneticamente un embrione umano. Oltre alla mancanza di autorizzazioni, secondo molti esperti He Jiangkui aveva trascurato i rischi legati alla tecnica Crispr, che devono ancora essere compresi fino in fondo. La correzione può avvenire anche in punti non desiderati del Dna e generare, ad esempio, altre malattie. Inoltre, la disattivazione del gene «Ccr5» rende l’organismo più suscettibile a infezioni diverse dall’Hiv e sembra correlato a una speranza di vita inferiore di due anni rispetto alla media. Per di più, la trasmissione paterna dell’Hiv è un evento raro e prevenibile anche con metodi meno invasivi e più verificati.
PER QUESTO anche chi progetta di realizzare sperimentazioni umane analoghe ha criticato He Jiangkui: un’opinione pubblica spaventata da simili iniziative individuali potrebbe diventare più ostile nei confronti di una tecnica promettente ma ancora immatura.
Il caso di Rebrikov però è diverso: lui stesso ritiene che la sperimentazione cinese fosse scientificamente inaccurata e ingiustificata. La sua sperimentazione sull’Hiv riguarderà donne risultate resistenti ad altre forme di prevenzione della trasmissione madre-figlio, per le quali Crispr rappresenterebbe l’unica alternativa terapeutica. In ogni caso, intende procedere con trasparenza e solo dopo aver ottenuto le autorizzazioni del caso. «Non voglio farlo di nascosto», ha dichiarato al sito RadioFreeEurope, «voglio farlo pubblicamente, in modo tale da poterne discutere».
Il caso della sordità, inoltre, presenta interrogativi bioetici decisamente diversi. A differenza dell’Hiv, non esistono trattamenti alternativi che permettano di avere figli sani da due genitori sordi a causa della mutazione del gene «connessina 26». Si tratta cioè di un «bisogno medico non soddisfatto», secondo il gergo della bioetica internazionale, uno dei casi per cui anche le norme adottate dalla comunità scientifica ammettono la possibilità di modificare gli embrioni a scopo terapeutico. «È chiaro e comprensibile anche a chi non è esperto», ha detto Rebrikov al New Scientist, «ogni neonato di queste coppie sarebbe sordo, senza correzione genetica». Tuttavia, i timori sul rischio di mutazioni non desiderate permangono benché, secondo Rebrikov, il suo laboratorio avrebbe sviluppato un sistema «unico» per individuarle.
Persino se la tecnica si rivelasse sicura, gli interrogativi bioetici intorno alla necessità di intervenire su casi come questo non svanirebbero. Che una persona non udente sia disabile è parere largamente condiviso. Eppure, Michael LePage, l’autore dell’articolo sul New Scientist, ricorda che molte comunità di persone non udenti combattono i tentativi di curare la sordità allo scopo di «preservare la loro cultura». Perciò, persino in questo caso il confine tra «terapia» (per la quale è ammessa la modifica genetica) e «potenziamento» (per il quale è vietata) è tema di discussione. «Le prime sperimentazioni umane dovrebbero iniziare su embrioni che non hanno nulla da perdere», ha detto al settimanale il bioeticista Julian Savulescu dell’università di Oxford, «non con embrioni destinati a vivere una vita piuttosto normale».
ALLA FINE DECIDERANNO le autorità russe. A differenza di altri paesi, la Russia non ha un divieto esplicito alla modifica genetica umana, né ha firmato la convenzione internazionale di Oviedo che lo prevede. Tuttavia, la chiesa ortodossa, con cui Putin ha buoni rapporti, si oppone storicamente a queste sperimentazioni. Schierarsi per una parte o per l’altra non sarà facile.

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