POLITICA

Nuova legge sul Csm l’Anm è preoccupata. Il ministro la attacca

«Rischio di riforme eccentriche», i magistrati temono il sorteggio. Bonafede per l’ennesima volta annuncia: testi pronti in 10 giorni
ANDREA FABOZZIITALIA/ROMA

«Entro dieci giorni conto di portare la riforma del processo civile, di quello penale e del Csm al consiglio dei ministri». Eccolo l’ennesimo annuncio-scadenza del ministro della giustizia, che non si cura di aver già fatto le stesse previsioni a febbraio e poi a marzo e a maggio, quando in due occasioni parlò di testi pronti per «il primo consiglio dei ministri utile». Siamo a luglio e a questo punto se anche Alfonso Bonafede riuscisse a superare la resistenza leghista e a battezzare i suoi testi entro l’estate, cambierebbe poco. Si tratta di disegni di legge delega e il parlamento comincerebbe in ogni caso a lavorarci dopo l’estate. La promessa di avere la riforma dei processi in vigore entro la fine dell’anno è già da tempo fuori portata. Alle due riforme dei riti, penale e civile, si è adesso aggiunta la riforma del sistema elettorale del Csm, conseguenza dello scandalo che sta annichilendo l’organo si autogoverno della magistratura. Non che sia più facile per il M5S trovare su questo terreno un accordo con la Lega, visto che Salvini di Csm ne vorrebbe due, corollario della separazione delle carriere. Ma intanto proprio questa «riforma» aggiunta in corsa fa litigare il ministro con l’Associazione magistrati. E questa è una novità, visto che nei lunghi mesi trascorsi le proposte di Bonafede sul processo erano spiaciute soprattutto agli avvocati.
A litigare con il ministro grillino è la giunta dell’Associazione nazionale magistrati che, dopo l’uscita ingloriosa delle toghe di destra di Mi travolte dallo scandalo, vede adesso insieme la corrente di sinistra Area con quella centrista Unicost, appoggiate senza troppo trasporto dai davighiani di Autonomia e indipendenza. Il presidente Luca Poniz (Area) si riferisce proprio alle idee che circolano sulla nuova legge elettorale per la componente togata del Csm - sorteggio compreso - quando parla di «una impropria sovrapposizione di piani legata a una situazione contingente, una situazione pericolosa che ci troviamo a subire e che può essere il pretesto per ogni tipo di riforme, anche la più eccentrica». Al governo e in parlamento, tra le proposte del centrodestra ma non solo, dopo l’esplosione del caso Palamara si parla ormai apertamente di sorteggio, separazione delle carriere, fine dell’obbligatorietà dell’azione penale, aumento della componente laica nel Consiglio superiore. Anche se proprio i 5 Stelle hanno affondato la settimana scorsa la legge sull’ingiusta detenzione che i magistrati vedevano come un pericolo.
Per presentare la sua riforma del Csm, Bonafede ha già fatto le convocazioni per la prossima settimana, l’Anm ci andrà ma «non ci possono chiamare cinque minuti prima - dice Poniz - il tempo di dieci giorni che abbiamo letto sui giornali soffocherebbe il nostro intendimento». Il ministro sa che la magistratura è sotto scacco e quindi si sente libero di poter attaccare con durezza. «Stento a credere a ciò che leggo», scrive su facebook, rivendicando «una lunga e serrata interlocuzione con avvocati e magistrati, questi ultimi rappresentati al tavolo proprio da Anm, nella persona dell’allora presidente Francesco Minisci». «Non è colpa mia - aggiunge velenoso - se l’Anm per accontentare tutte le correnti è arrivata al punto di prevedere la rotazione del presidente. Le riforme potranno piacere o non piacere, ma parlare di mancanza di interlocuzione è totalmente fuori luogo, oltre a dimostrare che si vuol partire con il piede sbagliato». Segue l’invito sprezzante a «togliersi il prosciutto davanti agli occhi» pronunciato con piglio sbrigativo: «Deve essere chiaro che non c’è tempo da perdere, è finito il tempo dei gattopardi e di chi intende fare melina». Del resto che si debba fare presto Bonafede lo sta ripetendo da quasi un anno. A vuoto.
a. fab.

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