POLITICA

Torino-Lione, Conte smentisce Toninelli

Il premier: «Percorso delineato, presto la decisione». E conferma l’aumento dei fondi Ue, che per il ministro è praticamente impossibile
MAURIZIO PAGLIASSOTTIitalia/val di susa (torino)

«L’opera non serve ma si farà», queste le parole con cui il presidente del consiglio qualche settimana fa descrisse l’ingarbugliata matassa della Torino-Lione. Ieri i premier dal Giappone ha ribadito il concetto: «Il percorso sulla Tav è stato delineato, abbiamo fatto una valutazione costi benefici, questo ha aperto un confronto con i nostri interlocutori che sono due: l’Ue e la Francia». Il percorso in cui si trova la Torino-Lione al momento è burocratico: tra un mese Telt dirà quali ditte, tra quelle che si sono presentate agli avis de marché, possono partecipare ai bandi.
«QUESTO PERCORSO si sta chiudendo, ovviamente dovremmo trarne le fila, alla luce anche delle sopravvenienze ad esempio di qualche ulteriore valutazione finanziaria. Poi trarremo le conseguenze in piena trasparenza», ha aggiunto Conte. Che per altro non si cura di smentire il suo ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, in linea teorica colui che si occupa di Tav in val Susa, il quale ha risolutamente negato che l’Unione europea abbia, e perfino possa, aumentare il contributo ai corridoi Ten-T di cui fa parte la Torino-Lione. Queste le parole del premier pronunciate ieri: «Sul Tav c’è un’interlocuzione in corso. C’è un maggiore contributo da parte della Ue, ora ne trarremo le fila».
Queste invece le asserzioni di Toninelli, scandite due giorni fa: «Chi oggi afferma che c’è un aumento dei fondi europei al 55% (Conte, ndr) dovrebbe con onestà dire che per aumentare i fondi serve un nuovo regolamento europeo in cui devono essere accettate le opere per cui aumentare i fondi e soprattutto l’approvazione del parlamento europeo e questo farebbe passare due anni».
IL 12 LUGLIO a Torino, giorno del confronto tra Luigi Di Maio e l’insubordinato gruppo consigliare del M5S, si discuterà animatamente del «percorso delineato» dal premier, sulle cui spalle già si intravedono abbondanti colpe scaricate da un po’ tutti, quindi potrebbe giungere il fatidico annuncio della resa con qualche condizione.
RIMANE L’OSTACOLO della val Susa. Il movimento Notav pare non volersi accontentare del riconoscimento di una ragione morale e scientifica. In un comunicato politico sostiene che «l’unica opzione accettabile resta l’opzione zero con l’apertura di una discussione relativa all’eventuale adeguamento della attuale linea agli standard di sicurezza necessari a far transitare i convogli senza rischio per la salute dei cittadini e dei territori attraversati». E’ la posizione storica. «Il movimento Notav depreca l’inattività del governo - continua il comunicato - nei confronti degli iter di gara intrapresi da Telt in presenza di un’analisi costi-benefici che dovrebbe indurre l’esecutivo a scelte responsabili di annullamento della realizzazione del tav Torino-Lione». I Notav annunciano «una durissima lotta» per bloccare l’opera».

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