POLITICA

Giustizia, sulla riforma Salvini si sveglia

ALLEATI DIVISI
ANDREA FABOZZIITALIA/ROMA

O adesso o mai più «per cento anni». Salvini, che prima delle elezioni europee ha dato buca due volte al ministro della giustizia grillino Bonafede quando provava a fissare tavoli sulla riforma del processo penale, adesso ha fretta. Ha detto di sì a un appuntamento per la prossima settimana - mercoledì o giovedì - poi l’ha presentata come una sua iniziativa: «Ho detto a Bonafede e Conte che o la riforma della giustizia si fa adesso o non si fa per i prossimi cento anni».
Fin qui, prima che esplodesse il caso del Csm, le posizioni tra alleati sulla giustizia erano tanto distanti da sconsigliare di tirare le somme. La riforma del processo penale - in cantiere dall’anno scorso, annunciata dal ministro Bonafede come pronta quasi ogni settimana da febbraio a maggio - non ha nulla a che vedere con le carriere dei magistrati e l’elezione del Consiglio superiore. Gli argomenti si sono aggiunti ora e i due nuovi pallini del guardasigilli - il divieto per un magistrato che si candida di tornare ai ruoli inquirenti e giudicanti e l’introduzione di una fase a sorteggio per l’elezione del Csm - non erano neanche citati nell’elenco di 31 proposte recapitate da via Arenula all’Anm e ai penalisti a marzo, durante la fase di confronto tra il ministero e le categorie interessate.
Anche sulla giustizia la Lega vuole far pesare il nuovo ruolo di azionista di maggioranza del governo, sapendo che a questo punto sono saltati i tempi per far scattare le eventuali riforme del processo penale prima che, dal prossimo gennaio, entri in vigore lo stop della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Ma nuove frizioni all’interno annunciano, anche considerando che la componente togata del Csm a seguito delle dimissioni si sta ricalibrando in senso opposto ai nuovi rapporti di forza tra alleati di governo: la componente filo grillina capeggiata da Davigo cresce e quella «salviniana» di Mi quasi sparisce.
La leghista Bongiorno, ministra ombra della giustizia, ha pronta una proposta sull’accesso alla magistratura (dopo tirocinio, sul modello degli avvocati) che prevede test psico attitudinali per le toghe. Una vecchia idea del centrodestra berlusconiano che non piacerà ai 5 Stelle.
a. fab.

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