EUROPA

Caputova, la prima presidente donna della Slovacchia

BRATISLAVA
JAKUB HORNACEKslovenia/BRATISLAVA

La Slovacchia ha il suo primo presidente donna. Dopo la vittoria al ballottaggio di marzo a Bratislava, ieri è entrata in carica la nuova presidente Zuzana Caputová. Profilo sociale e liberale, Caputová ha sottolineato nel suo discorso di insediamento il carattere di servizio pubblico della sua carica.
La nuova presidente del più piccolo dei Paesi del gruppo di Visegrad ha anche richiamato l’appartenenza all’Europa (e alla Nato) della Slovacchia. «Anche con il nostro contributo, l’Europa dovrebbe diventare uno dei leader a lungo termine nella risoluzione delle minacce globali. Tra queste c’è la crisi climatica» ha ricordato il suo lato ecologista la presidente, che fu impegnata in numerose mobilitazioni a tutela dell’ambiente. Ma l’obbiettivo più grande che si è prefissata la nuova inquilina del Castello di Bratislava è la ricostruzione del rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, scosse negli ultimi anni da numerosi scandali.
La nuova presidente dovrà affrontare la coabitazione con il governo del premier Peter Pellegrini. Il suo partito, lo Smer, che sul versante della sinistra unisce misure sociali alla retorica sovranista, si mantiene in testa ai sondaggi, sebbene inseguito dalla formazione Slovacchia in Progresso, da cui proviene la stessa Caputová. Il partito governativo sembra avvitato su se stesso, incapace di lasciarsi alle spalle la figura dell’ex premier Robert Fico, che mantiene la carica di segretario generale e potrebbe riscendere in campo per riprendere la guida dell’esecutivo alle prossime elezioni, previste per il prossimo anno. Dall’altra parte i sondaggi danno come papabile per conquistare la maggioranza un vasto e variegato blocco di opposizione comprendente centrodestra, il partito Siamo famiglia, alleato di Salvini e Le Pen in Europa, e la nuova formazione del presidente uscente Andrej Kiska. Quest’ultima però risulta decisamente ridimensionata da alcuni scandali e truffe, in cui sarebbe coinvolto l’ormai ex presidente.
Dall’altra parte lo Smer può affidarsi a una «maggioranza di blocco», che conterebbe oltre agli attuali alleati di governo, anche il partito ultrasovranista Lsns, che è una delle poche formazione assieme alla Slovacchia in Progresso a essersi rafforzata durante la crisi politica dopo l’omicidio del giovane giornalista Jan Kuciak. La Slovacchia ha da ieri una nuova presidente, ma voltare completamente pagina sarà molto più lungo e difficile.

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