POLITICA

Fazio dimezzato, l’ad Rai chiede chiarimenti alla rete

Salini scrive alla direttrice di Raiuno De Santis. Zingaretti: «Io la chiamo censura»
MICAELA BONGIITALIA/ROMA

Il leader della Lega non si occupa certo dei palinsesti della tv pubblica. Lo chiarisce lui stesso, del resto ha molti altri impegni, essendo sempre in campagna elettorale. Dunque nessuno pensi che dietro la chiusura anticipata di Che fuoritempo che fa, decisa dalla direttrice di Raiuno Teresa De Santis, ci sia proprio Matteo Salvini: «Fazio lo vorrei in onda anche a Natale e Capodanno, perché più fa campagna elettorale per la sinistra, più gli italiani aprono gli occhi e votano Lega», assicura il leghista. E chissà, forse anche Fazio vorrebbe che Salvini si dedicasse a lui persino durante le feste, visto che il vicepremier in realtà parla continuamente del conduttore (in particolare del suo maxi stipendio) e gli ascolti del programma in onda su Raiuno salgono.
Ma, appunto, quella di ieri è stata per Fazio l’ultima serata del lunedì. Le ultime tre puntate salteranno: il 20 c’è un Porta a Porta che servirà a sanare eventuali squilibri nella par condicio, il 27 uno speciale post elezioni e a quel punto salterà anche l’ultima puntata. Ma l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini non ha gradito anche perché la decisione è stata presa a sua insaputa. Quindi ha scritto a Teresa De Santis ( direttrice nominata in quota Lega) e al direttore del coordinamento editoriale palinsesti, Marcello Ciannamea, per chiedere chiarimenti.
In attesa della risposta, contro la chiusura anticipata di Che fuoritempo che fa, annunciata dal conduttore domenica sera, ha subito protestato, via Facebook, il segretario del Pd Nicola Zingaretti: «Su Fazio chiamatela come volete. Io la chiamo censura contro la libertà di espressione». E appunto Salvini ha giurato di non saperne nulla, ma insistendo: «Mi dà fastidio che ci sia qualcuno pagato dagli italiani tra i 3 e i 4 milioni di euro che faccia una trasmissione politica». Mentre Luigi Di Maio evita di sbilanciarsi e anzi bacchetta sia l’alleato di governo che l’avversario: «A Salvini e Zingaretti dico: pensate al Paese non ai programmi tv».
Non che i 5S siano insensibili al tema Rai. Dopo le europee il braccio di ferro nella maggioranza ripartirà anche a viale Mazzini, sulle nomine per le nuove direzioni. E i pentastellati (e lo stesso Salini) sentono da tempo il fiato sul collo della Lega, dunque hanno risposto contestando il doppio incarico del presidente Marcello Foa (presidente anche di Rai Com). Ma già oggi Salini potrebbe dedicarsi a riempire qualche casella: comunicazioni, risorse umane, produzione tv e transformation officer.
mi. b.

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